Sanihelp.it – Il fumo fa sempre danni, non c’è una soglia al di sotto della quale ci si può ritenere al sicuro. Quindi, anche fumando poco, il rischio di sviluppare tumori e malattie respiratorie resta sempre maggiore di quello di un non fumatore. Anche peggio va per le donne, che a parità di sigarette fumate corrono più rischi rispetto agli uomini. Uno studio del National Institutes of Health (agenzia di ricerca biomedica degli Stati Uniti) ha dimostrato che chi fuma 6-10 sigarette al giorno ha più alte probabilità di morire prematuramente rispetto a chi non ha mai fumato, e anche passando da un consumo quotidiano a un consumo occasionale il rischio si riduce, ma non scompare completamente. L’unica soluzione è smettere di fumare, solo così, anche se dopo anni, si stima intorno ai 10-15, si riduce drasticamente la possibilità di ammalarsi. Il tumore al polmone è causato 9 volte su 10 proprio dal fumo, e il fumatore deve sapere che prima smette, meglio è. Tuttavia, come si suol dire, non è mai troppo tardi, tanto è vero che si sono notate differenze anche in chi aveva smesso subito prima o subito dopo la diagnosi. Uno studio ha dimostrato che la sopravvivenza generale aumentava del 29 per cento in chi aveva smesso di fumare appena prima o dopo la diagnosi di tumore del polmone rispetto a chi invece aveva proseguito. L’effetto positivo è stato osservato in tutti i tipi di tumore al polmone, quelli non a piccole cellule, i più frequenti, quelli a piccole cellule o di tipo non specificato. Questo perché, come spiegano i ricercatori, non solo il fumo provoca danni, ma è anche in grado di interferire con i trattamenti, arrivando addirittura a ridurre l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia.
Fumando poco si rischia meno di sviluppare un tumore?
Tumori: prevenzione e terapie