Sanihelp.it – La fame nervosa o eating emozionale è definita dagli esperti del comportamento alimentare come quella particolare situazione in cui le persone sono spinte ad assumere cibo in quantità smodata per far fronte alle emozioni quali l’ansia, la rabbia, la tristezza, lo stress, ecc. Non sempre, infatti, questo disturbo dipende da seri problemi psicologici o da conflitti interiori.
Quando siamo in preda allo sconforto, alla noia o ad altre emozioni, può capitare di ricorrere al cibo come consolazione o sostituivo di un piacere che non si riesce a vivere o di cui si sente la mancanza. È chiaro che tutto questo rappresenta una reazione ad uno stato di squilibrio emotivo, che si cerca di compensare, appunto, attraverso l’assunzione di cibo, soprattutto quello ricco di zuccheri.
Secondo gli studiosi, la fame emozionale tende a presentarsi nelle ore serali e notturne e colpisce soprattutto le donne di età compresa fra i 16 e i 40 anni. Per affrontare questo disturbo è importante riconoscere la causa. Se ad esempio, avete la tendenza a mangiare di più quando siete arrabbiati sarebbe opportuno affrontare la situazione che ha generato il risentimento o la frustrazione e nel caso questo non sia possibile, potete sempre ricorrere all’attività fisica, che aiuta a scaricare le tensioni e fa bene all’umore.
Se mangiate per noia può essere utile programmare delle attività piacevoli e non troppo impegnative. Se il vostro problema è la tristezza, invece, provate a scrivere su un foglio almeno 5 cose che vi rendono felici, al di là del cibo e iniziate a metterne in pratica una.