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Chi sono gli adolescenti di oggi?

Adolescenti e relazioni

Sanihelp.it – Il rapporto emerso dall’indagine Adolescenti e Socialità realizzata dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza e dall’Associazione Laboratorio Adolescenza, ha rivelato che le relazioni degli adolescenti di oggi sono molto diverse da quelle del passato: cerchiamo di osservarne alcuni tratti più da vicino grazie al contributo della dottoressa Giorgia Aloisio, psicologa e psicoterapeuta operante a Roma.
 
Quanti di noi hanno avuto un amico del cuore, durante l’infanzia? Probabilmente la maggioranza: amici con i quali abbiamo condiviso sport, feste, gite scolastiche, carteggi, catechismi e quant’altro. Quanto sostegno, affetto, comprensione davano queste intense, giocose, a tratti decisamente asfissianti relazioni. Ti presento la mia migliore amica, ci conosciamo dai tempi dell’asilo: queste parole non avrebbero stupito nessuno fino a qualche decennio fa, ma oggi potrebbero generare una insolita sorpresa.


Amico del cuore, questo sconosciuto: oggi se ne sono quasi perse le tracce e quasi anche il ricordo. L’adolescente del XXI secolo predilige rapporti di gruppo, in cui sembrano esserci meno competitività e un maggiore senso di sicurezza. Purtroppo, però, queste amicizie sociali costringono ad alcuni sacrifici: nelle dinamiche gruppali, i soggetti, qualsiasi sia la loro età, tendono solitamente a perdere la loro individualità e originalità, a rinnegare il loro essere distinti e diversi dagli altri. Questo processo di appiattimento ha luogo nonostante spesso l’uniformarsi agli altri generi disagio nei membri. Chi non accetta le regole del gruppo e del suo leader o viene espulso o si autocensura: purtroppo questo fenomeno ci è parzialmente noto attraverso i drammatici casi di cronaca che troppo spesso amareggiano i notiziari (aumento dei fenomeni suicidari in età adolescenziale). Meglio essere parte di un tutto, numericamente superiore all'unità o alla dualità, nel quale fondersi e confondersi. O almeno questo è ciò che sembra.

Non ho paura di nessuno: in adolescenza, gli individui si mettono alla prova e giocano a fare gli adulti attraverso condotte poco o per nulla sicure per la loro incolumità (49% delle ragazze, 58% dei ragazzi). Quali sono i comportamenti a rischio maggiormente messi in atto? Il 52,2% ha guidato in modo spericolato bici o motorino, il 75% ha evitato di indossare la cintura di sicurezza in automobile, il 44% ha usato/abusato di vino, il 47% di birra, il 27% di superalcolici, il 6,5% ha fatto uso di cannabis. Ma i rischi sono presenti anche su internet, che in passato non esisteva.

 
 L’oceano internet: molte relazioni, attualmente, nascono e/o si svolgono esclusivamente online. Niente più parco, cortile, piazzetta, bar: i ragazzi escono molto meno di casa, sono tutti incollati al monitor. Attenzione: non si tratta più del monitor del computer di casa, ma di quello dello smartphone che, in tempo reale, in qualsiasi luogo e senza alcun controllo genitoriale, mette l’adolescente in comunicazione con il mondo. Un mondo per la maggior parte sconosciuto. Non accettare caramelle dagli estranei era il leit motiv che accompagnava le raccomandazioni dei genitori di qualche lustro fa: oggi le caramelle offerte tramite web sembrano più appetitose e meno pericolose, ma forse una maggiore prudenza non farebbe male, né ai ragazzi né agli adulti. Il 59% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di aver dato l’amicizia su Facebook a sconosciuti: come a dire che tra i cosiddetti amici si trovano in realtà molte facce del tutto ignote. Il 20% ha accettato di incontrare uno sconosciuto con cui è entrato in contatto esclusivamente tramite web e lo ha fatto in compagnia di amici o da solo/a  (9%). Il 30-35% dei ragazzi ha ammesso di aver scambiato foto o informazioni personali (numero telefonico, per esempio, o nome della scuola frequentata) con individui mai incontrati.

Non bisogna demonizzare la rete: se usata con intelligenza, cautela e senso critico, può rappresentare un’utilissima risorsa per aumentare le nostre conoscenze e perché no, per farci conoscere anche professionalmente. Non bisogna abusarne, né in fatto di qualità né per quanto riguarda il tempo impiegato sulla rete. L’effetto intontimento da internet che vediamo sul viso di molti adolescenti è lo stesso che notiamo con stizza sul volto dei passeggeri adulti, nostri vicini di autobus o metropolitana.
 Non dimentichiamo mai che il web nasconde rischi anche per noi smaliziati adulti che, troppo spesso, scivoliamo nelle trappole della rete, per esempio acquistando due volte lo stesso articolo o comprando un oggetto scambiato per un altro: figuriamoci quanto possa essere rischioso per chi, come un adolescente, non è mai veramente entrato nel mondo ed è privo di schermi e difese psicologiche!

Su internet, tutto sembra più sicuro che nella vita vissuta, perché davanti a noi abbiamo il semplice schermo del nostro telefono o del computer di casa: ma tutto sembra anche più vicino e il salto dal mondo virtuale alla realtà vissuta è questione di pochissimi istanti. Così la condivisione di informazioni personali su una chat accade come se nulla fosse, in una sorta di trance. Incontrare sconosciuti può essere un'esperienza gradevole ma può anche rappresentare un tranello messo in atto da altri adolescenti devianti o adulti francamente disturbati che possono cercare di approfittare dell'inesperienza e dell'ingenuità dei ragazzi; è già complicato, per chi non è del mestiere, distinguere sanità e patologia mentale, figurarsi quanto può esserlo per una ragazza che conosce a mala pena il proprio quartiere e la scuola che frequenta.

Insegniamo ai nostri figli a darsi delle regole, a non cercare di ottenere tutto subito, come ci insegna in maniera fraudolenta internet: per raggiungere gli obiettivi più importanti è sempre necessario un tempo tecnico, diverso dal tempo immediato tipico del web. Coltivare la pazienza, la riflessione e perché no, anche un sano e stimolante livello di frustrazione, non può che essere salutare per la nostra psiche e aiutarci ad adattarci meglio alle esigenze della nostra vita.
 


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