Sanihelp.it – La sindrome di Cassandra è un disturbo psicologico che porta le persone a prevedere costantemente il peggio, senza che nessuno le creda o le ascolti. Il nome deriva dalla figura mitologica di Cassandra, la principessa di Troia che aveva il dono della profezia, ma anche la maledizione di non essere creduta da nessuno. Chi soffre di questa sindrome vive in uno stato di ansia e pessimismo, che influisce negativamente sulla sua qualità di vita e sui suoi rapporti interpersonali.
Quali sono le cause della sindrome di Cassandra
Le cause della sindrome di Cassandra non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che possano essere legate a diversi fattori, tra cui:
– Traumi infantili o esperienze negative che hanno generato un senso di sfiducia verso il mondo e verso gli altri.
– Personalità perfezionista, ipercritica e autocritica, che porta a vedere solo gli aspetti negativi delle situazioni e a temere il fallimento.
– Basso livello di autostima e di autoefficacia, che fa sentire incapaci di affrontare le sfide e di controllare gli eventi.
– Stile di pensiero catastrofico, che consiste nel saltare alle conclusioni più negative possibili, senza considerare le alternative o le evidenze contrarie.
– Stile di comunicazione passivo-aggressivo, che impedisce di esprimere i propri bisogni e le proprie emozioni in modo chiaro e assertivo, e di ricevere il supporto e la comprensione degli altri.
Come si manifesta la sindrome che fa prevedere sempre il peggio
La sindrome di Cassandra si manifesta con una serie di sintomi psicologici e comportamentali, tra cui:
Pensieri negativi e ossessivi sul futuro, che generano ansia, angoscia e depressione.
Difficoltà a godere del presente e a progettare il futuro, a causa di una visione pessimista e fatalista della realtà.
Isolamento sociale e conflitti relazionali, dovuti alla tendenza a non fidarsi degli altri, a criticarli e a non ascoltarli.
Evitamento delle situazioni che provocano paura o incertezza, come le novità, i cambiamenti, le sfide o le opportunità.
Rigidità mentale e scarsa flessibilità, che impediscono di adattarsi alle circostanze e di modificare le proprie convinzioni in base alle evidenze.
Come superare la sindrome di Cassandra
La sindrome di Cassandra non è una condanna, ma un disturbo che può essere trattato e superato con l’aiuto di un professionista qualificato. Alcune delle strategie che possono essere utili sono:
Sottoporsi a una terapia cognitivo-comportamentale, che mira a identificare e modificare i pensieri negativi e irrazionali che alimentano la sindrome, e a sviluppare abilità di coping e di problem-solving per affrontare le situazioni difficili.
Praticare la mindfulness, che consiste nel focalizzare l’attenzione sul momento presente, senza giudicare o anticipare il futuro, e nel coltivare un’attitudine di accettazione e di curiosità verso la realtà.
Esercitare il pensiero positivo, che implica il riconoscimento e il potenziamento dei propri punti di forza, il rafforzamento della propria autostima e autoefficacia, e la ricerca di aspetti positivi e di opportunità nelle situazioni.
Migliorare lo stile di comunicazione, che comporta l’apprendimento di tecniche di ascolto attivo e di assertività, per esprimere i propri bisogni e le proprie emozioni in modo chiaro e rispettoso, e per creare relazioni più sane e soddisfacenti.
Uscire dalla propria confort zone, che significa aprirsi al nuovo, al diverso, al cambiamento, e sperimentare attività e situazioni che possano arricchire la propria vita e stimolare la propria creatività.