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Ipervigilanza: cos’è e come superare questo disturbo d’ansia

Quando l'ipervigilanza interferisce con la vita quotidiana

Sanihelp.it – L'ipervigilanza è uno stato di allerta costante e riflette spesso un livello di ansia elevato, se non addirittura patologico. Sebbene l'ipervigilanza possa aiutare a prevenire potenziali pericoli, diventa problematica quando persiste e interferisce con la vita quotidiana. 


L'ipervigilanza emotiva è un sintomo di ansia?

La sindrome dell'ipervigilanza si riscontra spesso nelle persone che soffrono di un disturbo d'ansia. L'ansia è inizialmente un meccanismo fisiologico innescato dal cervello di fronte a un potenziale pericolo. Il aumenta il battito cardiaco, la frequenza respiratoria e persino la sudorazione. I sensi sono allertati e il corpo è pronto a fuggire. In poche parole, è un sistema di difesa.

Ma nei soggetti ansiosi questi diversi meccanismi non scompaiono una volta che la 'minaccia' è passata. Si impantanano in questa situazione di iper-reattività ai vari stimoli inviati dall'ambiente, che percepiscono come potenzialmente pericolosi. In genere, queste reazioni sono irrazionali, illogiche e incontrollabili.

Come riconoscere l'ipervigilanza?

Quando un riflesso fisiologico diventa invasivo e incontrollabile, è segno che la macchina sta andando fuori controllo. Questo è più o meno ciò che accade nel caso dell'ipervigilanza emotiva. Mentre tutti gli esseri umani mantengono un livello di vigilanza più o meno elevato a seconda delle situazioni pericolose, alcuni di loro sono ipersensibili all'ambiente. In pratica, questo si traduce in reazioni sproporzionate e/o in un'analisi eccessiva del mondo circostante. Le persone ipervigili tendono a percepire ogni stimolo come un potenziale pericolo, e hanno la tendenza a:

Spaventarsi facilmente;

Evitare ambienti e gruppi affollati;

immaginare lo scenario peggiore;

Analizzare eccessivamente le situazioni e gli atteggiamenti adottati dagli altri;

Essere ossessivi;

Chiudersi.

Cosa si può fare per l'ipervigilanza?

Quando ha un impatto sulla qualità della vita, l'ipervigilanza può richiedere un trattamento psicoterapeutico. In generale, però, il sintomo può essere alleviato con metodi dolci come lo yoga, la meditazione o la sofrologia, che aiutano la persona interessata a imparare a rilassarsi e a scaricare la tensione.

Talvolta, tuttavia, l'ipervigilanza emotiva è uno dei segni clinici di una patologia psichiatrica sottostante, come la schizofrenia, il disturbo ossessivo-compulsivo o lo stress post-traumatico. In questo caso, è indispensabile un trattamento psichiatrico della causa iniziale.

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