Sanihelp.it – Definita anche borreliosi, la malattia di Lyme è trasmessa da zecche dure del genere Ixodes spp., e può colpire il cane e anche l’uomo, e per questo è detta zoonosi, mentre il gatto è piuttosto resistente e, pur potendo presentare positività sierologica, non manifesta sintomi clinici. Non è il cane a trasmettere l’infezione agli umani, ma sono sempre e solo le zecche.
La malattia è più diffusa nelle zone a clima temperato.
L’eziologia è batterica e il principale responsabile si chiama Borrelia burgdorferi, anche se possono essere implicate altre borrelie, che sono batteri Gram-negativi. Gli animali selvatici, come roditori, volpi e caprioli sono i principali serbatoi dell’infezione.
Quando la zecca si attacca alla cute del cane, bastano meno di 24 ore perchè avvenga la trasmissione del batterio.
I sintomi si sviluppano di solito durante la stagione estiva con una lesione eritematosa, nel sito dove la zecca ha punto la cute, ma questa lesione è piuttosto difficile da individuare, perchè coperta dal pelo e perchè regredisce in pochi giorni, lasciando il posto ad altri sintomi, quali ipertermia, perdita dell’appetito, depressione del sensorio e ingrossamento dei linfonodi. Insorgono poi zoppia e gonfiore e dolore alle articolazioni. In alcuni casi possono essere interessati anche cuore, reni e sistema nervoso centrale.
La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici, come doxiciclina, amoxicillina + acido clavulanico, cefadroxil o altri che il veterinario deciderà di prescrivere.
È più facile prevenire che curare questa malattia, applicando o somministrando al cane antiparassitari da aprile a novembre ed evitando di passeggiare con l’animale in zone con erba alta.
Zoonosi: la malattia di Lyme
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