Sanihelp.it – La malattia di West Nile (West Nile Disease o WND) è una malattia virale trasmessa da vettori, le zanzare in primo luogo e (raramente) qualche specie di zecca.
La patologia, che può interessare i cavalli, molte specie di uccelli e l’uomo, è stata scoperta in Uganda nel 1937, nel distretto di West Nile, da cui ha preso il nome.
In Italia il serbatoio naturale del WND sono gli uccelli, come cornacchie, gazze, passeri e altri che, pur non presentando sintomi, hanno quantità elevate di virus nel sangue.
Nell’uomo e nel cavallo il virus non raggiunge una concentrazione sufficiente a infettare altre zanzare, per cui non costituiscono fonte di infezione per altri uomini o animali. Per questo il cavallo e l’uomo sono considerati ospiti finali, o a fondo cieco.
Le persone, per la maggior parte, sono asintomatiche o presentano lievi sintomi aspecifici come febbre, mal di testa, nausea, vomito, ingrossamento dei linfonodi o sfoghi cutanei.
Anche nella maggioranza dei cavalli il decorso della malattia è asintomatico, ma in alcuni casi si osservano sintomi nervosi, quali difficoltà a mantenere la stazione eretta, tremori, rigidità muscolare, paresi dei muscoli facciali, difficoltà di deglutizione e sonnolenza. Tutti questi sintomi possono risolversi con la guarigione oppure portare al decesso.
Quali sono i cavalli a rischio? Sono quelli che vivono in zone dove c’è un’elevata presenza di zanzare vettore.
Poiché è una malattia virale, per la WND non esistono terapie specifiche, ma solo sintomatiche, volte appunto a ridurre i sintomi.
Per fortuna esiste però la profilassi vaccinale che protegge l’animale in modo efficace.