Sanihelp.it – Il 2014 negli Stati Uniti è stato l’anno del lato B. Non ci sono dubbi in merito, alla luce dei dati diramati dall’ASPS, American Society of Plastic Surgeons, che evidenziano la crescita del lifting dei glutei (+ 44% rispetto al 2013) e soprattutto degli interventi di aumento. Se quelli eseguiti con il lipofilling (cioè con lo stesso grasso del paziente, che viene prelevato da un’altra sede e trasferito) hanno fatto registrare una crescita del 15%, quelli realizzati con le protesi sono aumentati addirittura del 98%.
»Ma bisogna ricordare che si parte da numeri molto piccoli», fa notare Fabrizio Malan, presidente della SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, che è gemellata con l’ASPS. Lo stesso discorso vale per l’impianto di protesi pettorali per lui, un intervento teso a dare l’impressione di muscoli più sviluppati di quanto non siano. »In questo caso la crescita è stata ancora maggiore, ma si tratta pur sempre di un intervento per il quale, almeno in Italia, la richiesta è bassissima». Non così, invece, per un altro ritocco esclusivamente maschile, la riduzione della ginecomastia, ovvero del »seno» negli uomini. Dal 2000 al 2014 questo intervento ha fatto registrare negli States un aumento del 29%. »In Italia non abbiamo dati statistici attendibili – dice ancora Malan – ma non ci sono dubbi che sia una correzione sempre più richiesta».
Secondo i dati dell’ASPS, nel 2014 le procedure estetiche negli Stati Uniti sono aumentate del 3%, raggiungendo i 15,6 milioni. La cifra tiene conto sia degli interventi di chirurgia estetica veri e propri (dalla mastoplastica additiva al lifting), sia dei trattamenti mini-invasivi (come tossina botulinica e filler), questi ultimi sempre più in primo piano nel mercato della bellezza. Nel 2014, infatti, i soli trattamenti non chirurgici hanno raggiunto quota 13,9 milioni, contro 1,6 milioni di interventi di chirurgia estetica.