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Boom ritocchini in Cina, per assomigliare alle occidentali

Sanihelp.it – Oltre due milioni di interventi nel 2011, quasi il doppio rispetto all'anno precedente, e un giro d'affari ufficiale che ha superato i 47 miliardi di euro. È il settore della chirurgia plastica, che in Cina sta conoscendo un vero e proprio boom.


La Cina, secondo i dati Isaps, è la terza nazione al mondo per richiesta di chirurgia plastica dopo Stati Uniti e Brasile. Gli interventi di chirurgia plastica sono diventati tanto frequenti da classificarsi al quarto posto fra le spese voluttuarie, dopo case di lusso, auto e viaggi di alto livello.

Molti interventi, però, vengono praticati in centri non autorizzati, in saloni di bellezza o dal parrucchiere. Questo ha causato numerosi incidenti, che hanno colpito anche alcuni vip, tanto da spingere il governo cinese a controlli più frequenti e maggiori restrizioni.

Per i cinesi essere belli significa avere tratti più occidentali. Per questo gli interventi riguardano soprattutto l'arrotondamento degli occhi a mandorla: il più richiesto è la creazione del solco nella palpebra superiore, assente in gran parte degli orientali; molto frequente è anche l'eliminazione dell'epicanto, presente in molti cinesi, e l'abbassamento dei sopraccigli e degli angoli esterni degli occhi. Spesso il viso viene plasmato con osteotomie dei mascellari, che servono a conferirgli una forma più piacevole.

Ma l'intervento più curioso è la rinoplastica, effettuata in Cina con uno scopo opposto a quello per cui la si fa in occidente: se da noi nella maggior parte dei casi si toglie la gobba, da loro la si mette. Per far ciò, i cinesi inseriscono particolari protesi, di silicone nelle regioni sud-orientali, dove la pelle è più spessa e robusta e quindi tollera di più, oppure in Medpor nelle aree del nord, dove viene utilizzata anche cartilagine autologa, prelevata dagli orecchi o dalle costole.

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FonteAicpe

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