Sanihelp.it – Lasciando perdere le vere e proprie patologie della psiche, per le quali occorre il lavoro di uno specialista del settore, per il resto ci sono degli studi che confermano l’azione benefica dello sport a livello mentale.
L’effetto principale è antidepressivo, per le depressioni di tipo nevrotico che ognuno di noi ha prima o dopo sperimentato.
Quando lo scopo non è quello di battere l’avversario, cosa che comporta altri tipi di stress, ma è rivolto al solo personale benessere, ci si può rilassare, si può rafforzare l’autostima ed evitare le malattie psicosomatiche.
Esiste una disciplina specifica per aiutare chi pratica sport a livello amatoriale o anche agonistico, la Psicologia dello sport, che studia i fattori mentali che influenzano (o sono influenzati) dall’attività sportiva, allo scopo di aumentare lo sviluppo personale e il benessere dello sportivo.
Lo psicologo dello sport non ha il compito di curare le persone, ma quello di allenare la mente degli atleti, offrendo tecniche per gestire le emozioni e tecniche di rilassamento e di training mentale per migliorare il rendimento agonistico. Il fine è quello di migliorare la prestazione dell’atleta, lavorando sulla dimensione psicologica per ottenere una migliore gestione dell’energia e dell’emotività.
Quindi lo sport, affiancato dalle terapie vere e proprie di natura psicologica, psicoterapeutica o farmacologica, può essere considerato un coadiuvante nella depressione e nella gestione dello stress e della rabbia.
Quanto esercizio fisico occorre per ottenere dei risultati? È soggettivo, non esiste una regola assoluta che valga per tutti, solo noi possiamo capire quando ci sentiamo rigenerati.