Sanihelp.it – Il professor Mauro Cervigni, responsabile dell'Unità Operativa di Urologia ginecologica dell'ospedale San Carlo di Nancy – IDI – Roma, ci spiega le novità chirurgiche di lifting uro-genitale. «Gravidanze, parti e menopausa sono momenti chiave nella vita della donna che possono causare il prolasso urogenitale e l’incontinenza urinaria . Disturbi che colpiscono circa cinque milioni di italiane over 40, ma che restano ancora un tabù. Gli ultimi progressi della chirurgica mininvasiva puntano su nuove tecniche di lifting urogenitale, approdate recentemente nel nostro Paese che si effettuano a carico del sistema sanitario nazionale e cioè gratis per la paziente. Il prolasso genitale consiste nell’abbassamento dalla sede naturale e talvolta fuori dall'introito vaginale di una o più strutture pelviche – utero, vescica e retto – e spesso si associa all’incontinenza urinaria. L’ultima metodica di lifting genitale per il trattamento risolutivo del prolasso si chiama Elevate e si avvale di una speciale rete in polipropilene che, inserita con microstrumenti attraverso la vagina, sostituisce il supporto originario danneggiato del pavimento pelvico (l’insieme di muscoli e legamenti che sostiene gli organi genitali) con un’efficacia del 90%.
Rispetto agli interventi invasivi tradizionali spesso associati all’asportazione dell’utero (l'isterectomia) e gravati da recidive nel 20-30% dei casi (una donna su 5 ripresenta il problema e deve subire un altro intervento), la nuova tecnica consente di non asportare sempre l’utero quando questo è sano, evitando così l’insorgere di problemi psicologici legati alla privazione di un organo collegato alla maternità e all’identità femminile. La nuova tecnica ha un basso rischio di recidive e si può effettuare in anestesia spinale consentendo così una rapida ripresa.
Le nuove metodiche chirurgiche mininvasive per l’incontinenza urinaria si chiamano Monarc e Miniarc e consistono nell’applicazione sempre per via vaginale di sling sottouretrale, una benderella in polipropilene (simile a quella usata nel prolasso) che posta sotto l’uretra ristabilisce il suo corretto funzionamento con il ripristino della normale continenza. I vantaggi delle nuove tecniche rispetto ai vecchi interventi invasivi sono l'efficacia del 90%, la brevità degli interventi (20 – 30 minuti ), l’attuazione in day hospital con anestesia locale o loco regionale e il breve tempo di recupero con un ritorno alle normali attività entro una settimana.
Nonostante la diffusione del prolasso e dell’incontinenza e le loro pesanti ripercussioni sulla qualità di vita, solo una minoranza di donne si rivolge al medico mentre le altre si rassegnano peggiorando i disturbi. Invece queste patologie possono oggi essere risolte definitivamente con le nuove ma collaudate tecniche chirurgiche di lifting uro-genitale disponibili oltre all’unità di urologia ginecologica del San Carlo di Nancy – IDI – di Roma in molti altri ospedali della penisola a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale».