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I test in ambito universitario

Test e università

Sanihelp.it – A partire dagli anni Ottanta molte università italiane hanno limitato l’accesso ai loro corsi attraverso il numero programmato. Gli aspiranti studenti erano sottoposti a prove selettive volte a valutare la possibilità di frequentare con profitto un dato corso di studi. I candidati ammessi venivano scelti in base al punteggio conseguito nel test, spesso in combinazione al curriculum scolastico o al voto di maturità.


Con la riforma universitaria del 2001, molte università che non prevedono l’ingresso a numero programmato, hanno comunque proposto alle matricole un test di valutazione delle conoscenze iniziali. Nessun divieto di iscrizione se lo studente non supera il test, ma l’invito a frequentare corsi di recupero nelle materie insufficienti prima di accedere ai corsi del primo anno.

Dalle statistiche elaborate dalle università emerge che esiste una correlazione positiva tra il punteggio ottenuto dagli studenti nei test e il loro andamento universitario successivo. In particolare: si laureano più in fretta e con un voto più alto gli studenti che nella prova orientativa ottengono un punteggio elevato; le matricole che conseguono un punteggio più alto nei test iniziali superano gli esami con votazioni maggiori; il numero di esami superati in corso è tanto più elevato quanto maggiore è il punteggio ottenuto nel test iniziale.

I test usati dalle università possono essere attitudinali, di conoscenza o di entrambe le tipologie. In alcuni atenei gli studenti sono sottoposti anche a test di personalità, principalmente di natura motivazionale.

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