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Anguria: storia e caratteristiche

Sanihelp.it – L’anguria, chiamata anche cocomero, è il frutto simbolo per eccellenza dell’estate. Originaria dell’Africa tropicale, in cui si trova ancora allo stato spontaneo, ha origini molto antiche: già coltivata dagli egizi, si diffuse in Europa nei primi secoli dopo il 1000, a seguito delle Crociate.
La sua presenza in Italia, però, è segnalata già dal secondo secolo d.C.
Nella civiltà greco-romana veniva indicata con un nome che individuava anche il cetriolo. Con questo scopo la definiva anche Virgilio, con il termine latino cucumis.
Il medico greco Aezio, nel VI secolo d. C., usò invece la definizione di aggourion, da cui deriva quello di anguria sebbene Linneo lo avesse usato per indicare una specie diversa di frutta.
Il cucumis citrullus o citrullus vulgaris, sono questi i termini scientifici con cui si è sicuri di non sbagliare, continua ancora oggi, nelle diverse regioni italiane, ad essere chiamato in vari modi.
L’attributo specifico citrullus fu scelto da H. A. Schrader, direttore dell’Orto Botanico di Gottinga alla fine del Settecento, che ne fece un genere a parte, traendolo dal nome del cetriolo, completamente ignaro che in italiano significava, anche, sciocco o stolto.
Le varietà maggiormente coltivate in Italia sono la Sugar Baby e la Crimson Sweet.
La loro forma è tondeggiante o allungata, la buccia va dal verde scuro al verde chiaro, la polpa è di colore rosso, molto carnosa con semi neri, bianchi o gialli. L’anguria è disponibile da maggio-giugno fino a settembre, richiede un clima caldo – temperato e nel nostro Paese viene coltivata nelle regioni centro meridionali.


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