Sanihelp.it – Soggetti troppo magri o troppo grassi possono avere difficoltà a raggiungere lo status osseo ottimale e la maggior parte dei disturbi alimentari è collegato a un deficit di vitamina D. Per uno stato osseo ottimale, infatti, è necessario avere anche un indice di massa corporea nei limiti, sia durante l'infanzia che nell'adolescenza e nell'età adulta. Infatti, valori di BMI alle estremità dello spettro possono rappresentare un fattore di rischio sia per lo sviluppo dello scheletro che per il mantenimento dello stato osseo.
È ormai noto che oltre il 50% dei soggetti affetti da magrezza patologica e soprattutto anoressia nervosa presentano alterazioni dello stato osseo, in particolare circa il 10% dei soggetti affetti da anoressia manifestano un quadro di osteoporosi.
Tra le complicanze di questa patologia, oltre al grave calo ponderale, si annoverano la malnutrizione, con riduzione della massa grassa e della massa magra, l’ipogonadismo e l’amenorrea, la resistenza periferica all’azione del GH, l’eccesso di cortisolo, nonché la sindrome da basso T3 (uno degli ormoni tiroidei). Tali condizioni contribuiscono alla determinazione sia di alterazioni del metabolismo osseo che a una riduzione della densità minerale ossea.
Anche l'obesità può rappresentare un fattore di rischio per la fragilità ossea. Recentemente infatti numerosi studi hanno dimostrato che la presenza di massa grassa non sempre ha un effetto protettivo nei confronti dell’osteoporosi e del rischio di fratture: è stato osservato che un eccessivo accumulo di grasso viscerale ha un effetto negativo sulla BMD e studi condotti sia su popolazioni asiatiche che caucasiche hanno riportato una correlazione inversa tra tessuto adiposo addominale e BMD femorale.
Dunque, un giusto apporto di proteine ha un duplice effetto preventivo e protettivo perché contribuisce allo sviluppo di ossa e muscoli forti, anche grazie all’aumento dei livelli di IGF-1 nel sangue. Prodotto dal fegato, IGF-1 promuove la formazione di tessuto osseo, muscolo e aiuta la trasformazione della vitamina D nella sua forma attiva. Inoltre gli aminoacidi che compongono le proteine hanno un ruolo sull’intestino favorendo l’assorbimento intestinale di calcio. Recenti studi hanno confermato che anche le fonti di proteine vegetali funzionano per la prevenzione dell’osteoporosi.
Come sottolineato anche nelle linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi emanate dal Ministero della salute, l’osteoporosi non è solo conseguente alla perdita ossea che accade con l’avanzare dell’età. Un individuo che non raggiunge un picco di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza, può sviluppare osteoporosi senza che vi sia un'accelerata perdita ossea in età adulta.
Come stabilire di quante proteine abbiamo bisogno? Basta moltiplicare il proprio peso per 0,8 (il fabbisogno in grammi per chilo) quindi un soggetto di 60 chili avrà bisogno di introdurre nell’organismo 48 gr di proteine. Un etto di carne rossa o pesce apporta 28 grammi di proteine circa, un uovo grande 6 grammi, 400 grammi di latte 16 grammi, 1 etto di formaggio intorno ai 30 grammi, 1 tazza di lenticchie 20 grammi e due cucchiai di burro di arachidi circa 8.
Attenzione anche al declino stagionale di vitamina D: quando ci esponiamo al sole questa si accumula ma la sua vita è di circa 3-6 settimane, quindi è verosimile che nell’organismo ci sia un picco a metà settembre e i livelli tocchino il punto più basso da novembre all’inizio della primavera se le uscite non sono sufficienti a ripristinarne i livelli.