Sanihelp.it – L'Apnea Academy Research ha avviato un progetto supportato dall’Università San Raffaele di Roma e coordinato dal professor Danilo Cialoni per indagare le risposte fisiologiche di bambini e adolescenti tra i 7 e i 14 anni che praticano immersioni in apnea, disciplina antica e affascinante che sta guadagnando popolarità anche tra i più giovani.
Lo studio è stato condotto presso la piscina con acqua termale più profonda del mondo Y-40 Open Lab.
Nell'indagine sono stati coinvolti quaranta i giovani apneisti ed apneiste : scopo principale è stato capire come il corpo di bambini e adolescenti reagisca a questa attività, attraverso prove di discesa e risalita fino a raggiungere le piattaforme di 5, 8, e 10 metri di profondità, nella sessione di esercitazione di circa 90 minuti, sotto osservazione costante da parte dei loro istruttori e dei medici coinvolti.
I 40 ragazzi che si sono messi a disposizione della ricerca fanno parte di tre società di apnea: Apnea Kids as Dolphin dal Trentino Alto Adige, Lapnea a.s.d. dal Piemonte e un respiro nel Blu, Sporting Club Verona SSD.
«Lo studio che li ha visti protagonisti si è concentrato su parametri come la risposta cardiaca, polmonare, vascolare e otorinolaringoiatrica, facendo particolare attenzione agli eventuali segnali di stress e modificazioni fisiologiche – ha dichiarato il dottor Danilo Cialoni, professore associato dell’università San Raffaele di Roma, a capo del progetto.- Tra le metodologie usate, ci sono analisi non invasive come la spirometria, la misurazione dell’ossido nitrico espirato, l’elettrocardiogramma tramite sensori indossabili, e l’analisi di biomarcatori urinari, e diversi tipi di elettroliti. Questi dati permetteranno di valutare l’equilibrio elettrolitico, lo stress ossidativo e la funzionalità respiratoria dei ragazzi, così da offrire un quadro fisiologico completo».
Il team di studio si è avvalso anche della collaborazione del dott. Claudio Marabotti, cardiologo, per le ecografie di controllo del cuore; del dietologo dott. Nicola Sponsiello per verificare lo stato di idratazione; del dott. Stefano Correale, otorinolaringoiatra per analizzare lo stato di orecchie e timpani; del ricercatore Andrea Brizzolari per lo studio dell’esalato respiratorio, e della dott.ssa Valentina Lancellotti che ha eseguito le spirometrie, gli elettrocardiogrammi e le misurazioni di saturazione del sangue con metodiche wearable, sfruttando cioè strumenti indossabili prodotti dall’azienda Comftech, partner del progetto, in grado di trasmettere i dati ad un portale dedicato che realizza le analisi in tempo reale.
«I ricercatori sono già a lavoro per analizzare i dati raccolti – ha anticipato il dottor Danilo Cialoni -. Un processo che necessita di diverse settimane per l'analisi dei campioni biologici con tecniche innovative e per garantire accuratezza nel catalogare i dati emersi. Al momento abbiamo, però, già accertato che non vi è stato alcuno stress polmonare nei giovani apneisti di questo campione che si sono immersi fino a 10 metri di profondità e, se anche il resto delle analisi confermeranno queste indicazioni, potremmo avere informazioni sufficienti per garantire la pratica dell'apnea in sicurezza per bambini tra 7 e 14 anni fino a 10 metri di profondità».
Il progetto, approvato dal Comitato Etico dell’Università di Milano e condotto nel rispetto della Dichiarazione di Helsinki, punta a un obiettivo importante: gli effetti dell’immersione in apnea sui bambini, tutt’ora un tema poco studiato, garantendo loro l’assoluta sicurezza.
Come spesso accade, inoltre, quando si studiano gli ambienti estremi, il protocollo scientifico diventa anche un modello per testare nuovi strumenti come i wearable o valutare interazioni o differenze tra pratica dell’apnea ed alcune patologie come le apnee ostruttive del sonno molto frequenti anche nei bambini e nei ragazzi.