Sanihelp.it – «Per gravi motivi familiari e personali» i dipendenti pubblici possono prendere il permesso per accudire il proprio pet malato. Lo ha stabilito una nuova sentenza della Cassazione. La decisione è arrivata dopo vari casi in cui i proprietari degli animali non hanno potuto usufruire di permessi per accudire il proprio animale prestando loro le dovute cure mediche.
È accaduto infatti che una donna single che lavora all’Università di Roma ha chiesto il permesso per accudire il suo cane che doveva subire un intervento urgente, ma non ha ricevuto il permesso di assentarsi. Così, grazie all’aiuto giuridico dell’ufficio legale della Lega antivivisezione, il responso negativo si è trasformato in positivo.
Questo perché, secondo la sentenza, «la non cura di un animale di proprietà integra il reato di maltrattamento degli animali previsto dal Codice penale all’art. 544-ter. Non solo. Vige il reato di abbandono di animale, come previsto dalla prima parte dell’articolo 727 del Codice penale». Da qui la nota della Lav: «È evidente, quindi, che non poter prestare, far prestare da un medico veterinario cure o accertamenti indifferibili all’animale, come in questo caso, rappresentava chiaramente un grave motivo personale e di famiglia, visto che la signora vive da sola e non aveva alternative per il trasporto e la necessaria assistenza al cane».
D’ora in poi con le relative certificazioni medico-veterinarie i dipendenti, proprietari di animali, potranno avvalersi di questo precedente importante.