Sanihelp.it – Tutto ha avuto inizio il 12 gennaio 2010 quando una forte scossa di terremoto pari a 7 gradi della scala Richter ha fatto tremare la terra: Haiti e in particolare la capitale Port-au-Prince sono state gravemente danneggiate; migliaia le persone sepolte sotto le macerie.
Appresa la notizia, il mondo ha subito messo in moto la macchina dei soccorsi: non solo denaro, ma anche tonnellate di beni alimentari e di prima necessità sono stati messi a disposizione della popolazione.
Migliaia i medici, i militari e i volontari che si sono precipitati sull’isola per offrire la loro professionalità e solidarietà.
Molti Paesi hanno inviato ad Haiti anche squadre cinofile con lo scopo di ottimizzare i tempi delle ricerche.
I nostri amici a quattro zampe hanno infatti un ottimo fiuto e sono in grado di infilarsi ovunque in modo da raggiungere gli eventuali superstiti e segnalare la loro presenza ai propri conduttori.
Per entrare a far parte del corpo cinofilo della Polizia dello Stato o della Protezione Civile i cani devono superare accurate visite mediche e prove psico-attitudinali.
Vengono inoltre sottoposti ad esami clinici, radiografie e test per verificare che abbiano i requisiti psico-fisici e caratteriali necessari per svolgere le mansioni a cui saranno destinati.
Di solito sono assegnati ad un unico conduttore con il quale condividono non solo le lezioni di addestramento, ma anche la vita di tutti i giorni.
L’animale anche durante le situazioni reali, per non deludere le aspettative del proprio padrone, cerca di eseguire nel modo migliore gli esercizi appresi durante l’addestramento, riuscendo spesso a individuare persone che altrimenti sarebbero introvabili.
Ma quanto dura e come si articola il programma di addestramento dei cani abilitati alla ricerca di persone?
Lo abbiamo chiesto al Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato dott. Alberto Di Cuffia, Funzionario addetto al Servizio Reparti Speciali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che ci ha così risposto:
«Nel contesto dei compiti istituzionali attribuiti al servizio cinofilo della Polizia di Stato, le unità cinofile da Ricerca e Soccorso (R.E.S.) concorrono, spesso in maniera determinante, allo svolgimento dei servizi di polizia volti alla:
– ricerca e soccorso di persone inermi disperse in superficie, nell’immediato sottosuolo o travolte da valanghe;
– ricerca e individuazione di criminali volontariamente occultatisi in aree campestri o boschive difficilmente accessibili e all’interno di nascondigli naturali o artificiali di vario genere;
– ricerca e individuazione di ostaggi tenuti segregati nei predetti ambiti;
– ricerca e individuazione di clandestini volontariamente occultatisi a bordo di autoveicoli, natanti, containers, o altri mezzi di trasporto.
Il corso di qualificazione per Conduttori Cinofili da Ricerca e Soccorso ha una durata di circa cinque mesi e si svolge presso il Centro di Coordinamento dei Servizi Cinofili di Nettuno (Roma).
I cani impiegati nello specifico settore appartengono a varie razze da utilità (Pastore Tedesco, Pastore Belga tipo Malinois; Labrador e Golden Retriever, Border Collie, ecc.), ma anche cani meticci selezionati presso strutture di ricovero delle varie ASL nazionali hanno consentito il conseguimento di notevoli risultati operativi sia nell’ambito dei servizi di soccorso pubblico sia in quelli di polizia giudiziaria.
La metodologia addestrativa adottata si fonda sul consolidato principio etologico del condizionamento operante teorizzato da Skinner: il cane impara a reiterare la risposta sulla base di uno stimolo e nell’aspettativa di un premio; in altre parole, il cane viene premiato ogni volta che pone in essere il comportamento voluto dal proprio conduttore.
Il premio consiste nell’interazione ludico-affettiva tra il conduttore e il proprio cane che, all’atto della segnalazione positiva di rinvenimento di un obiettivo, viene gratificato mediante l’approvazione del suo capo-branco e il gioco che ne consegue.
In tale prospettiva è di fondamentale importanza il rapporto di fiducia e di affezione che si viene a creare tra uomo e cane, rapporto che viene ulteriormente rafforzato dall’esistenza di disposizioni regolamentari interne che consentono al conduttore di portare con sé il cane anche al di fuori dell’orario di servizio inserendolo, quindi, a pieno titolo all’interno proprio nucleo familiare nonché di acquisirne definitivamente la proprietà, con diritto di prelazione e a titolo gratuito, quando il cane ha raggiunto i limiti di età per il pensionamento.»