Sanihelp.it – La chetoacidosi diabetica (DKA) è una grave condizione patologica caratterizzata da una eccessiva produzione di corpi chetonici nell’organismo dovuta a uno scarso controllo della glicemia prolungato nel tempo.
I corpi chetonici sono normalmente presenti nel sangue in piccole quantità e la loro concentrazione è detta chetonemia.
Se invece la concentrazione sale l’organismo si intossica e, se non tempestivamente curata, questa condizione può condurre alla morte. La causa è la carenza parziale o totale di insulina, dovuta al diabete, che impedisce la corretta utilizzazione del glucosio da parte dei tessuti. I corpi chetonici costituiscono una fonte di energia alternativa al glucosio quando questo non è prontamente disponibile, come in questo caso. Quando la concentrazione nel sangue di glucosio e corpi chetonici supera la soglia di riassorbimento da parte dei tubuli renali, queste molecole rimangono nelle urine inducendo una grave diuresi osmotica. Le conseguenze sono un’ipovolemia, cioè la riduzione del sangue circolante nell’organismo e un’ipoperfusione tissutale, quando i tessuti non vengono adeguatamente irrorati e ossigenati. Questa condizione comporta sintomi quali vomito, diarrea, anoressia e conseguente ulteriore perdita di liquidi. La DKA insorge più spesso in cani e gatti con diabete mellito non ancora diagnosticato, a volte però anche in animali già trattati con terapia insulinica per errori nella terapia, per esempio di dosaggio, o nella procedura di somministrazione o di conservazione dell’insulina, oppure se si sommano delle patologie concomitanti, che vanno quindi curate. Come capire se il cane è diabetico, in modo da poter intervenire il prima possibile con una visita veterinaria? I sintomi principali sono l’aumento della sete, l’aumento del numero delle minzioni e, nei casi più avanzati, il dimagrimento. Il riscontro di chetoacidosi diabetica richiede spesso il ricovero in terapia intensiva, allo scopo di iniziare il prima possibile la reidratazione mediante somministrazione di fluidi, per ripristinare una pressione sanguigna idonea e per assicurare un’opportuna perfusione tissutale, specialmente a livello renale, dopo di che si inizia la terapia vera e propria, a base di insulina. Il trattamento deve comunque essere personalizzato, in base ai parametri vitali, che devono essere costantemente monitorati, e a eventuali malattie concomitanti. Se l’animale supera il problema, può tornare a condurre una vita normale, sempre sotto trattamento insulinico.