Sanihelp.it – I sacchi anali, o seni paranali, sono due sacchettini posti ai lati dell’ano, circondati dalle fibre del muscolo sfintere esterno dell’ano.
Il secreto delle ghiandole da cui sono tappezzati è marrone o giallognolo, liquido e maleodorante, che serve al cane per favorire la defecazione, ma anche per comunicare, in quanto ricco di feromoni.
Le patologie più comuni sono l’intasamento, la sacculite (infiammazione che può dare origine a una fistola) e le neoplasie, di cui la più importante è l’adenocarcinoma dei sacchi anali.
Come possiamo accorgerci se il cane ha questo tipo di tumore? Si lecca continuamente la parte, che può sanguinare e dare dolore. A volte si osservano stitichezza, inappetenza e affaticamento. Se è presente ipercalcemia (indotta dal tumore) la sete e la produzione di urina aumentano.
Dobbiamo però tenere presente che questi sintomi si riscontrano anche in caso di infezioni e infiammazioni, ragione per cui è necessario rivolgersi al veterinario per una diagnosi differenziale.
Alcune razze sembrano essere maggiormente predisposte, come per esempio i pastori tedeschi, i Cocker spaniel, gli Alaskan malamute e i bassotti, di solito in età adulta.
Con l’esplorazione rettale il veterinario può rilevare la presenza di noduli o masse a livello dei sacchi anali, nel qual caso provvederà a prescrivere ulteriori analisi.
La terapia di elezione è l’intervento chirurgico, in alternativa radioterapia e trattamento farmacologico.
La sopravvivenza dipende soprattutto dalla tempestività della diagnosi e dalla presenza o meno di metastasi.