Sanihelp.it – I risultati di un’indagine, divulgati in occasione dell’Euromelanoma Day 2013, mettono in evidenza il paradosso da sole selvaggio. Gli italiani amano il sole (il 45% del campione) e 1 su 2 desidera una pelle abbronzata. Quest’estate, l’86% dei connazionali prenderà posto su sdraio e lettini, con una media di circa 3,5 ore di esposizione al giorno (ma 1 su 5 prevede di stendersi al sole anche per 5 o più ore).
La cautela non è mai abbastanza: il 41% cercherà di esporsi nelle ore meno calde e 1 su 4 è intenzionato a utilizzare sempre creme ad alta protezione. Eppure, c’è anche chi utilizzerà creme abbronzanti (il 4%) e farà ricorso a lampade solari per preparare la pelle (il 3%).
Uno degli errori più diffusi è quello di proteggersi solo nei primi giorni, oppure di pensare che i fototipi scuri non abbiano bisogno della crema. Niente di più sbagliato: tutti devono proteggersi al sole, e durante tutto l’anno. Gli esperti ricordano l’importanza di scegliere con accuratezza il prodotto solare, facendo attenzione sia al fattore protettivo che alla formulazione.
Prima di scegliere, ecco un breve ripasso delle nozioni fondamentali in materia di fotoprotezione. La capacità protettiva di un cosmetico solare è definita fattore di protezione solare ed è indicata con due acronimi: SPF o IP. Dal 1994 esiste un metodo europeo ufficiale per la valutazione dell’SPF, dettato dalla Colipa (Associazione europea per i cosmetici e i prodotti per l’igiene personale).
L’SPF esprime il rapporto tra la dose minima eritematogena (detta brevemente MED), cioè la dose di raggi UV più bassa in grado di produrre un arrossamento cutaneo, della pelle protetta dal prodotto, e la MED di quella non protetta. Maggiore è l’SPF, maggior è la MED della pelle protetta.
Il solare può essere quindi dotato di protezione: bassa (6,10), media (15,20,25), alta (30,50) o molto alta (50+). Non è più ammessa la dicitura schermo totale.
L’SPF, però, si riferisce solo ai raggi UVB, che provocano l’eritema. Gli UVA non sono eritematogeni, ma ugualmente dannosi: la protezione da questo tipo di radiazioni deve essere superiore o uguale a un terzo di quella UVB (basta controllare che sulla confezione del prodotto ci sia un cerchietto con la sigla UVA).
Fondamentale anche la texture, che influenza la permanenza del prodotto sulla pelle: gli oli solari sono facilmente spalmabili, ma formano un film molto sottile, perciò sono indicati ai fototipi scuri o già abbronzati.
Gli stick hanno forma solida, hanno in genere un SPF molto alto ma si utilizzano solo su zone limitate (labbra, orecchie, nei, cicatrici).
Le emulsioni, le creme e i latti sono le formulazioni migliori: hanno un’elevata capacità protettiva grazie all’associazione di una componente acquosa e una lipofila, in grado di formare una pellicola abbastanza spessa sulla pelle. Sono facili da applicare, gradevoli all’uso e resistenti ad acqua e sudore.
Le acque spray, invece, sono rinfrescanti ma poco efficaci sotto il sole: sono sconsigliate alle pelli chiare. Meglio utilizzarle come doposole.