Sanihelp.it – Gli adulti lamentano spesso di non avere tempo libero, ma è altrettanto vero che questo viene gestito male. All'agenda settimanale, infatti, si aggiunge quella del weekend o delle vacanze, dove il tempo libero subisce una vera e propria programmazione. In questo modo, gli adulti — che sono il modello di riferimento per bambini e ragazzi — trasferiscono l'idea che fermarsi, aspettare, fare le cose con calma ed essere flessibili non sia funzionale, e che il tempo libero sia solo tempo perso e non produttivo.
Rallentare non è fermarsi, ma scegliere. «É ricominciare a pensare che l’educazione è prima di tutto educare all’essere, non solo al fare. È fare spazio alla meraviglia, alla lentezza, alla scoperta. Questo approccio, sebbene difficile da attuare in un sistema che va nella direzione opposta, rappresenta un atto di coraggio e disobbedienza, un gesto educativo profondo per costruire un mondo in cui la felicità, la presenza e l’essere umano siano al centro» spiega la dottoressa Giovanna Giacomini, pedagogista, formatrice e ideatrice del portale Edu-wow.com
Il segreto per imparare a rallentare è abbandonare l'ansia da prestazione. Non ha alcuna logica organizzare le vacanze fin nei minimi dettagli, sovraccaricandole di attività. Proviamo invece a richiamare alla memoria le nostre estati da bambini. Molto probabilmente, ricorderemo le lucciole che danzavano nell'aria, i pipistrelli in volo al crepuscolo o i pomeriggi nell’orto. Perché questi dettagli ci sono rimasti impressi? Perché avevamo un'abbondanza di tempo "da perdere". I ritmi dilatati non solo creano spazio per l'immaginazione, ma permettono anche di fissare nella memoria ricordi vividi, legati a emozioni profonde.
Questa memoria può diventare per ogni genitore un prezioso strumento di misura: un campanello d'allarme quando ci si accorge di esagerare con l'organizzazione. Oggi ai bambini viene imposto di seguire il ritmo del mondo adulto, perdendo l'accesso al proprio tempo. Ma è il mondo adulto stesso a essere disfunzionale, e a dover imparare di nuovo dall'infanzia.
Per resistere alla pressione della frenesia e valorizzare un tempo di qualità, è fondamentale adottare strategie concrete. Ecco alcuni consigli pratici che possiamo mettere in pratica proprio a partire dalle vacanze, momento in cui è più facile staccare un po’ la spina:
Scegliere con Intenzione. La chiave è la scelta consapevole. Inizialmente, spetta alla coppia genitoriale decidere come strutturare il tempo del bambino. Man mano che il piccolo cresce, diventa essenziale coinvolgerlo attivamente in queste decisioni. L'obiettivo è bilanciare le attività in modo sano, trovando un equilibrio tra:
Momenti condivisi: attività da fare tutti insieme, per rafforzare i legami familiari e creare ricordi preziosi.
Tempo per il gioco autonomo: spazi in cui il bambino possa esplorare e giocare da solo, sviluppando creatività, autonomia e problem-solving.
Momenti di "dolce far niente": periodi in cui tutta la famiglia si concede il lusso di non fare nulla, permettendo alla mente di riposare e alla creatività di emergere spontaneamente.
Ritualizzare. Creare dei rituali di disconnessione da tutto il resto e di connessione con la famiglia. Può essere ad esempio il momento del pranzo, la passeggiata sul lungomare dopo cena, una lettura da fare insieme. Questi piccoli gesti, ripetuti con costanza, aiutano a creare abitudini sane e a riscoprire il piacere di un tempo autentico, lontano dalla frenesia.
Ascoltare. Una delle sfide più grandi, e al tempo stesso un'opportunità preziosa, è imparare ad ascoltare senza la fretta di riempire. Quando i bambini ci parlano, la nostra tendenza immediata è spesso quella di intervenire, offrire consigli, suggerimenti o dire loro cosa fare. Ma è proprio in questi momenti che il silenzio può essere il nostro alleato più potente. Proviamo a non rispondere subito. E soprattutto, quando un bambino manifesta la propria noia, resistiamo all'impulso di offrire mille alternative o di proporre subito una nuova attività. Lasciamo che il vuoto si manifesti. Anche se questo può generare frustrazione nel bambino, è fondamentale rimanere in quel tempo non strutturato il più a lungo possibile.
L’ideale sarebbe poi, riportare queste strategie nella quotidianità, come un prezioso souvenir da conservare.
In merito alle attività che invece possiamo scegliere durante le vacanze, sempre da alternare con momenti di »dolce far nulla» la pedagogista consiglia di prediligere esperienze il più possibile reali, che connettano i bambini alla vita autentica:
Favorire un contatto diretto e significativo con la natura . Piuttosto che limitarsi a esperienze mediate come quelle offerte dagli zoo, incoraggiamo incontri autentici con gli animali nel loro ambiente naturale. Questo può tradursi in passeggiate esplorative nei boschi con l'opportunità di osservare la fauna locale nel suo habitat naturale. Oppure esperienze in associazioni animaliste come canili e gattili: un modo per avvicinarsi agli animali, comprenderne le esigenze e, per i più grandi, magari contribuire con un piccolo gesto di volontariato.
Cura dell'ambiente: partecipare ad associazioni per la pulizia di parchi o spiagge, per insegnare il valore del contributo attivo alla comunità.
Avventura semplice: non servono viaggi lontani per vivere un'esperienza memorabile. Una semplice tenda montata in giardino può trasformarsi in un portale verso l'avventura. È un'occasione unica per osservare cosa accade davvero di notte. Ascoltare i suoni notturni, cercare le costellazioni o semplicemente percepire l'aria fresca sulla pelle offre una connessione profonda e autentica con la natura, arricchendo i sensi e la fantasia in modi inaspettati.