Sanihelp.it – L’Università di Bordeaux in Francia è autore di un’importante scoperta pubblicata su Molecular Psychiatry, che dimostra la presenza di un target innovativo per bloccare la sindrome d’astinenza da droghe oppiacee, come l’eroina.
Il gruppo di lavoro ha dimostrato che l’inattivazione del recettore di tipo 2 del corticotropin-releasing factor (CRF2) elimina i segni fisici e gli stati affettivi negativi riscontrati nei pazienti dipendenti da droghe oppiacee in seguito alla sospensione della loro assunzione. Tuttavia, la mancanza di tale recettore lascia inalterate le maggiori funzioni fisiologiche che vengono messe in atto dal corpo umano in risposta a eventi stressanti.
Con l’inattivazione del recettore CRF2 i ricercatori hanno ottenuto un blocco degli stati disforici, cioè del malessere psichico, e degli stati anedonici, quindi la mancanza della sensazione di piacere, indotti dall’astinenza da droghe oppiacee. Tali stati affettivi negativi sono tra i principali fattori responsabili della cronicizzazione della tossicodipendenza.
Se è vero che oggi esistono dei farmaci in grado di ridurre la crisi d’astinenza acuta da droghe oppiacee, per esempio il metadone o la buprenorfina, queste sostanze attivano gli stessi recettori che sono stimolati dalle droghe oppiacee, determinando esse stesse una forte dipendenza.
Dunque, trovare una terapia alternativa ai farmaci da sostituzione come il metadone o la buprenorfina resta uno degli obiettivi principali della ricerca sulla dipendenza da droghe oppiacee.