Sanihelp.it – Alterato senso della sete, diminuzione della capacità di concentrazione delle urine da parte del rene, diminuita efficienza dei sistemi ormonali di controllo e diminuzione dell’acqua corporea totale: sono, secondo gli esperti dell'Osservatorio Sanpellegrino, le quattro principali cause di disidratazione e presenza di sodio nel sangue dell’anziano.
Con l’avanzare dell’età, sopraggiungono diversi problemi fisici e anche le alterazioni dello stato mentale sono spesso causa di una diminuita assunzione di liquidi. Nell’anziano inoltre non vi sono evidenti sintomi di disidratazione. La secchezza delle mucose può mancare, così come è più difficile valutare il turgore della pelle e la differenza del peso corporeo che, a una certa età, è poco sensibile.
Un indice di disidratazione è l’aumento delle pulsazioni cardiache di 10-20 battiti/min, passando dalla posizione sdraiata a quella in piedi. Altri possibili segnali possono essere costipazione, sonnolenza e letargia.
Le difficoltà della regolazione idrica negli anziani possono però essere, almeno in parte, superate misurando la quota giornaliera di acqua introdotta. Il consiglio è, nel corso della giornata, di bere sempre dalla stessa bottiglia, che deve essere da 1,5/2 litri e svuotata prima di sera.
Esiste inoltre un semplice calcolo per stimare la quantità corretta di acqua da assumere negli anziani: moltiplicare il peso corporeo per 30. Per esempio, una persona di 70 Kg è opportuno che assuma 2,1 litri di acqua. A confermare l’importanza di assunzione di acqua minerale da parte degli individui in terza età è anche l’Istituto Clinico di Medicina dell’Università di Graz.