Sanihelp.it – Virus e batteri non vanno in vacanza. E durante l’estate, complici il caldo, il mare o piscine e la vita all’aperto, il rischio di ammalarsi aumenta. L’impetigine per esempio è un’infezione batterica molto contagiosa che colpisce specialmente i bambini. Nelle forme lievi e superficiali è sufficiente un trattamento locale con antisettici per ammorbidire e rimuovere le squame crostose e l'uso di antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni.
Il trattamento antibiotico per via orale è necessario quando le lesioni sono più estese o profonde (piodermite diffusa) o se il bambino è immunodepresso: il farmaco indicato è amoxicillina e acido clavulanico, sempre prescritto dal pediatra.
La micosi cutanea delle dita di piedi e mani è causata da due agenti del genere Trichophyton: T. rubrum e T. interdigitalis. Il trattamento prevede l'utilizzo di creme antimicotiche per almeno 14 giorni. La terapia sistemica va riservata a quei casi in cui c'è resistenza alla terapia locale, in cui le lesioni sono più estese o plurifocali o in caso di interessamento dei peli. Per prevenirle, utilizzare ciabattine in gomma a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio e teli, asciugamani e spazzole rigorosamente personali.
La gastroenterite dovuta a virus come il Rotavirus, Norovirus, Adenovirus e batteri comeEscherichia coli, Salmonella, Shigella e Campylobacter rappresenta una causa di possibile disidratazione e della cosiddetta diarrea del viaggiatore, così come possono essere implicati anche alcuni parassiti soprattutto in alcune aree geografiche, come Africa, Asia e America Latina.
Epatite A si trasmette per via oro-fecale ed è endemica nei Paesi a basso sviluppo socio-economico, Frequente è l’acquisizione dell’infezione da frutti di mare non ben cotti. Per i bambini è utile la vaccinazione.
Salmonelle non tifoidee sono batteri presenti tutto l’anno. Il veicolo principale è rappresentato da prodotti di origine animale (uova, pollame), occasionalmente altri cibi (frutta, verdura, cereali) oppure acqua, contaminati da animali infetti. Le forme tifoidee sono endemiche in alcuni Paesi, soprattutto in Asia: bambini che hanno soggiornato in queste aree possono presentare sintomi gastrointestinali e febbre. Staphyloccus aureus è responsabile di intossicazioni alimentari.
Per compensare un’eventuale perdita di liquidi è importante la reidratazione per via orale. Vanno evitate le bibite ad alto contenuto di zucchero come i succhi di frutta confezionati che potrebbero aggravare la diarrea.
Non bisogna smettere di mangiare, ma fare pasti piccoli e frazionati. Quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare il ghiaccio. Se non si è certi della provenienza consumare carne ben cotta; evitare cibi contaminati potenzialmente a rischio come molluschi e mitili crudi; non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie; lavare bene le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina dopo essere stati alla toilette e prima di mangiare o manipolare del cibo.