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Letters to Myself: un cortometraggio per parlare di HIV

Sanihelp.itAl Mix Festival di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer di Milano fra le tante opere è stato presentato il cortometraggio Letters to Myself di Marina Vergueiro.


Alla proiezione è seguito un dibattito dal titolo Prevent(ac)tion: HIV con e senza i confini di un corpo, reso possibile grazie al contributo non condizionato di Viiv Healthcare.

Il corto è un’opera intensa e introspettiva che ripercorre il dialogo interiore che la protagonista fa a sé stessa del passato.

Ambientato in una Cuba segnata dall’isolamento geografico, socioeconomico e culturale, Marina, approdata durante un viaggio dove si reca per studiare cinema, scopre la storia di Caridad: una donna che, vent’anni prima, si iniettò sangue infettato con l’HIV per porre fine alla propria vita dopo aver sofferto a causa dei pregiudizi sociali sul suo orientamento omosessuale e non aver ricevuto alcun sostegno dalla propria famiglia.

Muovendosi tra memoria e ricerca, la regista Marina ricostruisce la vita di Caridad, cercandola ovunque nonostante i vincoli imposti dalla pandemia da Covid-19.

Letters to Myself è un viaggio profondamente personale e intimo, volto a comprendere i traumi emotivi legati all’infezione da HIV e alla propria storia di resilienza.

Questo cortometraggio ha il merito di portare all’attenzione del grande pubblico una delle sfide sanitarie e sociali più importanti degli ultimi quarant’anni: l’HIV.


In Italia, oggi,  la fotografia dell’emergenza è chiara: i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mostrano un aumento progressivo delle nuove diagnosi di HIV nel triennio 2021-2023. Nel 2023, sono state registrate 2.349 nuove diagnosi, con un’incidenza di 4,0 casi per 100.000 residenti. L’aumento più significativo è stato osservato nella fascia di età 40-49 anni e nella trasmissione eterosessuale.  A partire dal 2015,inoltre,  è in continuo aumento la quota di persone alle quali viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV, talvolta già in fase di AIDS.

Nella penisola, il numero complessivo di persone che vivono con l’HIV è stimato intorno a 140.000, di cui, 8.000- 10.000 sono inconsapevoli del proprio stato di infezione.1

«Nonostante i numeri dell’HIV restino rilevanti, oggi è diventata un’infezione cronica grazie alla terapia antiretrovirale: se regolarmente assunta è assolutamente efficace e ben tollerata e permette di avere una sopravvivenza e una qualità di vita paragonabile a quella della popolazione generale, oltre che di azzerare la trasmissione dell’infezione» ha tenuto a chiarire Roberto Rossotti, Dirigente Medico presso Malattie Infettive dell’ASST Niguarda – «Oggi l’innovazione terapeutica ci consente di fare un passo avanti: le terapie a rilascio prolungato, dette Long Acting, semplificano i trattamenti e liberano dal peso del ricordo quotidiano della malattia, riducendo anche l’ansia di dimenticare l’assunzione della pastiglia o di essere intercettati. In aggiunta, la stessa formulazione Long Acting può essere utilizzata anche in chiave preventiva, offrendo protezione alle persone a rischio. Noi medici dobbiamo essere più protagonisti nella divulgazione di questa opportunità di innovazione» ha concluso l’esperto.

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