Sanihelp.it – La Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (SITE) con il supporto non condizionato di Vertex Pharmaceuticals nell’ambito della campagna Vite Convergenti ha lanciato un contest audiovisivo al fine di presentare un progetto attraverso il quale sensibilizzare sull’anemia falciforme, malattia genetica del sangue che colpisce circa 300 milioni di persone in tutto il mondo.
A vincere è stato Mirko Rodio, giovane regista di 23 anni laureando della sede lombarda del Centro Sperimentale di Cinematografia con Il Ritmo della Mezzaluna, video di due minuti che rappresenta la patologia attraverso una metafora fatta di immagini, colori e suoni irresistibili.
Guidati dalla visione del coreografo e regista Carlos Kamizele, dieci ballerini danno vita a una coreografia intensa e coinvolgente, dove ogni gesto diventa strumento di consapevolezza.
«L’idea di associare il ballo alla patologia mi è venuta in maniera spontanea pensando a una frase, Il ritmo è nel sangue», ha spiegato il regista a margine della conferenza stampa di presentazione del corto. «Da lì è venuto il resto. L’anemia falciforme è una malattia estremamente diffusa nei Paesi subsahariani, che per me rappresentano per eccellenza il ritmo e il ballo, quindi sviluppare una coreografia è stata una scelta naturale. Abbiamo impiegato oltre un mese per la realizzazione del video. Una delle sfide più complesse credo che sia stata legata al doppiaggio e alla scelta delle parole giuste con cui dare voce alla malattia, perché significava mettersi nei panni dei pazienti. Spero davvero che il messaggio di questo corto possa arrivare a tutti e incuriosire le persone al punto da spingerle a informarsi di più su questa patologia invalidante, ma purtroppo ancora poco conosciuta».
Grandissima la soddisfazione non solo per il giovane regista, ma anche per Maurizio Nichetti, Direttore artistico della sede Lombardia del Centro Sperimentale di Milano. «Il mio stupore è lo stesso di chi guarda per la prima volta il corto- ha affermato- perché è sorprendente vedere come dei ragazzi così giovani riescano a risolvere dei problemi per cui io stesso, da docente, mi troverei in difficoltà. Lavorare a un video che mostri qualcosa di non facilmente rappresentabile, come una malattia genetica, è una sfida che richiede delicatezza, rispetto e al tempo stesso creatività, ma tutte le idee che sono state presentate erano valide. Alla fine la giuria ha premiato il progetto di Mirko, che trascende l’argomento di cui parla e suscita emozioni. Questa è la cosa più importante, perché far emozionare con un messaggio di sensibilizzazione non capita spesso. In questo senso è indispensabile saper comunicare con le immagini per arrivare al pubblico più vasto possibile, dimostrando quanto l’arte possa essere un mezzo potente per parlare di salute e per avvicinare il pubblico a realtà poco conosciute».
Il viaggio de Il Ritmo della Mezzaluna è solo all’inizio: è visibile sul sito Talassemiatrovalatuastrada.it, nelle prossime settimane verrà promosso sui media digitali attraverso una campagna dedicata e approderà sul grande schermo all’interno di circuiti cinematografici selezionati. L’obiettivo è raggiungere la platea più ampia possibile, soprattutto in un momento in cui l’anemia falciforme tende a diventare più comune in un Paese come l’Italia, a causa dei flussi migratori.
«Si tratta di una malattia che può causare occlusioni vascolari molto dolorose con potenziali danni a tutti gli organi del corpo- ha spiegato il dottor Giovan Battista Ruffo, Direttore di Ematologia e Talassemia Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo e membro del Consiglio Direttivo SITE- In Italia al momento registriamo circa 3mila casi, ma i numeri stanno salendo perché la popolazione immigrata che proviene da stati africani è geneticamente più esposta alla patologia. Si moltiplica quindi la presenza di portatori sani della malattia e di persone che manifestano l’anemia. Si prevede che entro il 2050 il numero dei pazienti in tutto il mondo arrivi a toccare quota 500 milioni. Per questo è fondamentale promuovere momenti di informazione e sensibilizzazione che aiutino a comprendere il peso reale di questa malattia e la necessità di un supporto costante alla comunità dei pazienti».



