È una pianta legnosa sempreverde originaria dell’Asia sub-tropicale, è coltivata da tempi remoti in tutto l’Estremo Oriente ed è stata introdotto Europa molto prima dell’arancio dolce.
Famiglia: Rutacee Nome botanico: Citrus aurantium var. amara L., C. bigaradia Nome comune: Arancio amaro, Melangolo Nome inglese: Bitter Orange, Sour O., Seville O., Bigarade Parte usata: Dalla buccia del frutto si ricava l’olio esse
Caratteristiche: L’arancio amaro cresce spontaneamente in India, ma è coltivato anche nel sud Italia e nella Spagna; è più robusto dell’arancio dolce per questo si usa come portainnesto per tutte le nuove varietà di agrumi e spesso anche per l'ibridazione delle varietà già note.
Il frutto è difficile da reperire in commercio, ma si utilizza per la preparazione della marmellata, della frutta candita e la buccia si usa per la preparazione di alcuni liquori.
Scienza: Il principale alcaloide di interesse scientifico contenuto nell’arancio amaro è la sinefrina, un acceleratore del metabolismo che dovrebbe aiutare l’organismo a bruciare i grassi.
Dalla buccia dell’arancio amaro si ricava l’olio essenziale utilizzato come antiinfiammatorio e disinfettante; può essere utile in caso di digestione difficile e si usa per stimolare l’appetito perché è un tonico dell’apparato digerente.
È un tonico anche per il sistema nervoso centrale infatti trova indicazione anche nell’insonnia e nell’esaurimento nervoso.
Per uso topico l’olio essenziale si usa nella forfora, nella cura dell’acne, per la riattivazione del microcircolo.
La pianta riesce anche a favorire il senso di appetito e di sazietà, per questo è usato a scopo dietetico insieme ad altre piante, come ad esempio il Guaranà, la Cola, l’erba mate.