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È un fungo che fa parte della flora batterica vaginale. Se si altera il suo ambiente, si moltiplica e scatena l’infezione: è la Candida Albicans, nemico numero uno delle parti intime femminili, perché causa fastidiosi pruriti e imbarazzanti perdite bianche.
Purtroppo questo antipatico ospite è molto diffuso, come ci spiega il dottor Claudio Picciolo, ginecologo della Clinica Zucchi di Monza: «La candidosi rappresenta il 20-30% di tutta la patologia vaginale. Circa 3 donne su 4 ha avuto nel corso della propria vita almeno un episodio di candidosi vulvo-vaginale e di queste circa la metà ha avuto una recidiva.
La Candida Albicans è l’agente eziologico principale delle vulvo-vaginiti micotiche (80-95% dei casi), mentre nei rimanenti casi vengono isolate specie diverse Non Albicans, come la Glabrata o la Tropicalis. Come si spiega questo primato? La Candida Albicans possiede capacità adesive maggiori rispetto alle altre specie, aderendo perfettamente alle cellule epiteliali della vagina».
Come agisce la Candida? «Arriva all’organismo umano dal mondo esterno e colonizza la superficie cutanea, privilegiando le aree umide quali le pieghe delle cosce e l’area vulvoperineale. Nel momento in cui entra in vagina, inizia a competere con i microrganismi della flora batterica locale e in circa un quarto dei casi ha il sopravvento. In una donna su 4 (di quelle colonizzate asintomatiche), l’infezione conclamata si sviluppa entro 6 mesi».
Diversi fattori possono predisporre all’insorgenza di una candidosi vaginale sintomatica o asintomatica: il diabete mellito, l’uso di cortisone e di estro-progestinici, le malattie del sistema immunitario, le infezioni da HIV. La gravidanza è il periodo clou, soprattutto verso il termine della gestazione.
Pericolose anche le terapie antibiotiche: l’antibiotico riduce i batteri presenti nella vagina, cioè la flora microbica saprofita normalmente presente in determinati organi. In alcune donne con microambiente vaginale predisposto questo altera l’equilibrio fisiologico tra i microrganismi e spiana la strada alla Candida.
Sono state anche ipotizzate, come fattori predisponenti, alcune abitudini di vita errate, come l’uso di indumenti stretti e aderenti o di biancheria intima sintetica (l’aumentata temperatura, la mancata traspirazione e l’umidità delle aree genitali favorirebbero la proliferazione dei funghi), uno stile di vita stressante, l’uso di detergenti aggressivi e una scarsa, o eccessiva, igiene personale. Sotto accusa anche gli zuccheri: nutrono il fungo e facilitano la sua crescita.
I maschietti sono salvi? Neanche per sogno. «La Candida può fare visita anche all’uomo, sia in modo asintomatico (cavo orofaringeo, intestino ecc) che sintomatico (cute e mucose genitali). Anzi, la variante asintomatica è 4 volte più frequente nel maschio che nella femmina. È possibile isolare la Candida soprattutto nel solco coronario del pene e talvolta nel liquido prostatico che viene emesso con l’eiaculato. La trasmissione sessuale è quindi possibile, anche se la sua frequenza risulta scarsa».
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Le infezioni vaginali sono infiammazioni della vagina, della vulva e a volte della cervice uterina, provocate da uno o più microorganismi patogeni (virus, batteri, funghi). L’infezione più conosciuta e temuta dalle donne è quella da Candida Albicans, attualmente una delle più frequenti. Ma ce ne sono delle altre.
TRICOMONIASI VAGINALE
Agente: Trichomonas Vaginalis, batterio che normalmente vive in vagina ma che, quando prolifera, causa infezione.
Trasmissione: sessuale (frequente tra le donne con più partner).
Sintomi: perdite fluide e schiumose bianche o grigie, bruciore e dolore durante i rapporti e a volte disturbi a urinare.
Terapia: antibiotici per via orale, anche per il partner (metronidazolo).
CHLAMYDIA VAGINALIS
Agente: Chlamydia Trachomatis, batterio che entra in vagina attraverso i rapporti sessuali.
Trasmissione: sessuale.
Sintomi: assenti nel 75% dei casi. In fase avanzata perdite purulente, dolori addominali e febbre. Se non è curata, nel 30% dei casi provoca sterilità.
Terapia: antibiotici per via orale, anche per il partner (azitromicina, doxiciclina, tetraciclina, eritromicina).
HUMAN PAPILLOMA VIRUS
Agente: famiglia composta da un centinaio di virus.
Trasmissione: sessuale.
Sintomi: escrescenze (condilomi) su vagina, zona anale e genitali. I sintomi dipendono dal virus causale, a volte sono assenti.
Terapia: intervento chirurgico per eliminare i condilomi (laser o elettrobisturi), in ambulatorio e a carico del Ssn. Per identificare i virus a rischio occorre fare il pap-test.
GARDNERELLA VAGINALIS
Agente: batterio che vive nell’intestino ed eliminato con le feci, in caso di contatto con i genitali esterni raggiunge la vagina e scatena l’infezione.
Trasmissione: scambio di oggetti personali infettati (asciugamani, indumenti intimi) o uso di servizi igienici infettati.
Sintomi: leggere perdite biancastre con un anomalo odore acre e pungente, bruciore e prurito intensi.
Terapia: capsule di acido lattico o fermenti lattici per le forme lievi, creme antibiotiche per le forme più serie.
VULVOVAGINITE ERPETICA (HERPES SIMPLEX)
Agente: virus del gruppo Herpes Hominis, tipo II (HSV2).
Trasmissione: sessuale.
Sintomi: vescicole, singole o a gruppi, piene di un liquido chiaro su base lievemente rilevata e infiammata. Nel maschio vescicole dolorose sul pene e tumefazione delle linfoghiandole inguinali.
Terapia: antivirali per via generale, terapia locale (applicazione di alcol puro su batuffolo di ovatta).
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Nel periodo estivo le donne possono essere più soggette a irritazioni e/o addirittura infezioni intime: sabbia, acqua di mare, costume umido, lunghe camminate in montagna sotto il sole unite al calore e all’umidità possono procurare fastidi e arrossamenti alle parti più delicate del corpo.
Ecco i consigli dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI):
La Candida si sviluppa quando le difese dell’organismo di abbassano e l’ambiente vaginale altera il proprio equilibrio. Questo può accadere per diverse ragioni, in gran parte dipendenti dal nostro stile di vita (dieta, stress, abbigliamento, ecc). Per gli stessi motivi capita spesso che, dopo l’avvenuta guarigione, lo stesso fungo si ripresenti dopo un certo periodo (recidiva).
Ecco passo per passo come evitare l’arrivo (o il ritorno) di sgraditi ospiti in vagina:
Un’infezione da Candida Albicans si manifesta con:
Ogni qualvolta si avvertono sintomi come prurito e dolore vulvare, secchezza vaginale e perdite bianche e dense, è bene rivolgersi al proprio ginecologo. Potrebbe trattarsi infatti di un’infezione da Candida Albicans.
Il campanello d’allarme deve scattare anche quando questi segnali si limitano a comparire alla vigilia del ciclo per poi attenuarsi con l’inizio del flusso, perché quasi sicuramente tenderanno a ripresentarsi il mese successivo.
Le osservazioni cliniche riscontrate dal medico (arrossamento della vulva, leucorrea densa e bianca, riscontro da parte della paziente dei principali sintomi) devono essere confermate da un esame microscopico a fresco, utilissimo per iniziare il primo presidio terapeutico, e l’esecuzione di un eventuale esame colturale con microgramma.
La diagnosi di infezione da Candida Albicans si basa quindi su:
La Candida ha contagiato anche te? Niente paura, recati subito dal tuo ginecologo e segui fin da subito le sue indicazioni: una corretta igiene intima e l’applicazione di prodotti appropriati debelleranno l’odiato fungo in men che non si dica.
«Per sconfiggere una micosi vaginale, di grande importanza è il grado di risposta immunitaria alla colonizzazione micotica. Infatti si ritiene comunemente che la riserva intestinale sia la sede da cui parte la ricolonizzazione delle zone perineali e della vagina e delle mucose genitali», sostiene il dottor Claudio Picciolo, ginecologo della Clinica Zucchi di Monza.
«La terapia necessita innanzitutto di norme igieniche generali: astensione dai rapporti sessuali, regolarizzazione intestinale, disinfezione degli indumenti intimi, igiene frequente.
Fondamentale la somministrazione, da parte dello specialista, di antimicotici appropriati, sia sistemici (farmaci) che locali (creme o ovuli), eventualmente associati ad antibiotici. Lo schema terapeutico varia a seconda che si tratti di una prima infezione piuttosto che di una recidiva o di un insuccesso della prima istanza terapeutica.
Il lavaggio quotidiano dei genitali deve essere accurato e prevedere appositi saponi curativi.
Nel caso si verifichino episodi ricorrenti di candidosi, è necessario individuare le eventuali condizioni predisponenti sia generali (diabete, immunodeficienza, uso di anticoncezionali orali, antibiotici) che locali (modificazione dell’ambiente vaginale, rapporti sessuali) e praticare una terapia sistemica.
Importante: per evitare l’effetto ping pong (cioè il passaggio ripetuto dell’infezione, a ogni rapporto sessuale, da un partner dall’altro) è spesso consigliato di estendere la terapia anche al proprio compagno.
Può essere utile infine l’assunzione di fermenti lattici per equilibrare la flora microbica intestinale molto vicina anatomicamente agli organi genitali».
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Sanihelp.it - La sudorazione eccessiva è senza dubbio fastidiosa e non proprio piacevole, ma chi da sempre lotta contro questo problema può trovare consolazione nel fatto che il sudore non è solo cattivo.
Numerosi studi hanno infatti dimostrato che nel sudore umano è contenuta una proteina antimicrobica, che gioca un ruolo importante nella regolazione del tipo di germi presente sulla pelle.
La proteina, chiamata dermicidina, è in grado di circoscrivere un’infezione sin dalle sue prime fasi: una volta giunta sulla superficie della pelle dalle ghiandole sudorifere si attiva contro molti tipi diversi di batteri, inclusi l’Escherichia Coli e l’Enterococcus Faecalis, abitanti usuali dell’intestino che posso infettare le ferite o contaminare il cibo, nonché lo Staphylococcus Aureus (causa comune di infezioni cutanee) e la Candida Albicans.
Sudare, insomma, significa anche difendersi contro gli agenti infettanti, e la dermicidina è il primo agente antimicrobico prodotto in maniera continua da cellule della pelle nell’uomo.
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Buone notizie per le vittime della Candida Albicans, fungo vaginale insidioso che colpisce attualmente 3 donne su 4. La società biofarmaceutica americana Zengen Inc. ha reso noto che i suoi ricercatori hanno sviluppato un super-peptide in grado di uccidere questo micete, responsabile di numerose infezioni nel tratto gastrointestinale, compresa la vaginite. Questo organismo cellulare invade i tessuti ed è pericoloso per gli affetti da patologie del sistema immunitario, come i malati di AIDS o chi si sottopone a trapianti.
La scoperta, dichiarano gli scienziati, può anche fornire la soluzione alla comprensione di uno dei più grandi misteri molecolari: come un peptide che è esistito nella stessa forma sin dall’era paleozoica (più di 300 milioni di anni fa) riesca a modulare risposte immunitarie e infiammatorie.
La ricerca, realizzata da Paolo Grieco ed Ettore Novellino dell’Università degli Studi di Napoli, è stata pubblicata sul numero del 20 febbraio 2003 della prestigiosa rivista scientifica internazionale Journal of Medicinal Chemistry. Gli studiosi puntavano a scoprire un analogo dell’ormone a-melanocito stimolante (a-MSH) con maggiore attività antimicrobica e a capire meglio le relazioni fra la struttura del peptide e la sua attività attraverso la progettazione, la sintesi e la sperimentazione di diversi peptidi con particolari modifiche.
A differenza di virus e batteri, organismi cellulari come la Candida Albicans assomigliano alle cellule del corpo umano e perciò sono difficili da trattare. Ci sono anche prove che ceppi di tale fungo stanno sviluppando resistenza alle attuali cure.
«Quello che abbiamo ottenuto», commenta Ettore Novellino, «sembra essere diverso dai peptidi anti-microbici finora noti, come l’a-MSH, che sono in circolazione da centinaia di milioni di anni. Ovviamente sarà necessaria ancora molta ricerca, ma questa scoperta potrebbe avere enormi conseguenze dal punto di vista clinico».
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