Sanihelp.it – «Piove, governo ladro!». Quante volte abbiamo sentito qualcuno lamentarsi della scomparsa delle mezze stagioni, e quante volte anche noi ci siamo lamentati delle nostre ultime estati, sempre più piovose e imprevedibili! Ordunque, ognuno si è fatto la sua personalissima idea riguardo questo inatteso cambiamento climatico: l'inquinamento, l'effetto serra, la sfortuna, una qualche divinità capricciosa a cui il weekend proprio non va giù. In realtà esiste un altro colpevole, che a causa della sua insospettabilità non viene mai citato: il polline.
Non solo seminatrici di tremende riniti allergiche: le microspore favoriscono la condensazione delle nubi. Questo è il risultato di uno studio congiunto, condotto dalle università americane del Michigan e del Texas, e pubblicato in questi giorni sulla rivista specializzata Geophysical Research Letters. Il polline, infatti, a causa dell'umidità si scompone in particelle più piccole, che favoriscono l'addensarsi delle nuvole aumentando, dunque, la quantità delle piogge.
Chi avrebbe mai pensato che una cosa tanto piccola potesse presentare ripercussioni tanto importanti sul clima del pianeta e sul ciclo di crescita delle piante? Eppure, la sperimentazione statunitense non lascia spazio a interpretazioni diverse. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori americani hanno studiato il comportamento del polline di diverse piante: dopo averlo bagnato e messo in un atomizzatore, le microspore sono state spruzzate in una camera a nebbia utilizzata appositamente per studiare il comportamento delle nuvole. Il risultato ha confermato che, sebbene inizialmente questi granuli fossero considerati troppo grandi per interagire col clima, in verità a contatto con l'umidità si dividono in parti più piccoli e vanno a contribuire alla formazione di nubi.
Si tratta certamente di una scoperta molto interessante, che per la prima volta ipotizza una sorta di circolo virtuoso tra cielo e terra: l'ipotesi infatti è che il polline generi nuvole, che a loro volta generano piogge, che a loro volta contribuiscono al processo di crescita delle piante, che poi andranno a formare ulteriore polline. Il prossimo passo sarà studiare quale sia l'impatto delle microspore sul cambiamento climatico, sebbene da una prima superficiale analisi conseguente ai risultati dello studio americano si possa tranquillamente affermare che il loro ruolo sia tutt'altro che trascurabile.