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Carta della salute dell’occhio

Sanihelp.it – La Carta della salute dell'occhio vuole spiegare a chiunque quali e cosa sono le malattie dell'occhio, qual è il loro impatto sulla vita e sui costi, quali benefici e vantaggi si possono ottenere con le cure e l'importanza della prevenzione e di regolari controlli della vista.


L'oculistica è una specialità penalizzata, nella misura in cui le patologie oculari non portano a morte il paziente e non mettono a rischio la sua vita, per tale motivo non è una priorità nell'agenda istituzionale; eppure, la vista è il senso più importante, tant'è vero che nel cervello ad esso viene riservato uno spazio preponderante rispetto a qualsiasi altro organo di senso, questo perché la vista ha un ruolo fondamentale nell'economia dell'esistenza di tutti gli individui e la qualità della vista condiziona fortemente la qualità di vita della persona.

La 'Carta della salute dell'occhio' tratteggia l'attuale realtà delle principali e più severe patologie oculari (retinopatie e maculopatie, cataratta, occhio secco, glaucoma e miopia), con dovizia di numeri e aggiornamenti su epidemiologia, prevenzione, fattori di rischio, diagnosi, trattamenti e novità dalla ricerca.

La finalità è quella di offrire al cittadino e al decisore politico nazionale e regionale, una visione d'insieme sui vari temi e stimolare un dialogo costruttivo con le Istituzioni.

Il primo capitolo è incentrato sulle maculopatie e retinopatie, un gruppo eterogeneo di malattie che colpiscono la retina. Questo gruppo comprende le due patologie più rilevanti per prevalenza e severità delle complicanze: la retinopatia diabetica (RD) e la degenerazione maculare legata all'età (DMLE).

In Europa circa 64 milioni di persone, il 7% della popolazione, soffrono di diabete; in Italia sono oltre 4 milioni i diabetici. Secondo stime dell'OMS il numero di pazienti affetti da retinopatia diabetica in Europa aumenterà da 6,4 milioni nel 2019 a 8,6 milioni nel 2050, con il 30% di questi pazienti che richiederà attento monitoraggio e/o trattamento.

La RD è la più grave complicanza associata al diabete, un'alterazione della retina dovuta all'accumulo di zuccheri nel sangue che a lungo andare produce i suoi effetti negativi.


Due le forme di RD: retinopatia ischemico-proliferativa e retinopatia edematosa, entrambe se non adeguatamente trattate portano a cecità.

 

La degenerazione maculare legata all'età coinvolge la macula, l'area centrale della retina, quella che ci permette di vedere chiaramente i colori e i dettagli.

È la principale causa di cecità nei Paesi industrializzati e la terza nel mondo. I soggetti con DMLE con più di 75 anni di età sono oltre il 30%, in Italia attualmente sono più di 800.000 le persone affette da qualche forma di DMLE.

La gestione delle retinopatie e delle maculopatie è radicalmente cambiata grazie all'arrivo dei farmaci intra-vitreali (anti-VEGF) che contrastano i processi pro-infiammatori e inducono il riassorbimento di liquidi.

Purtroppo, l'accesso ai percorsi terapeutico-assistenziali di questi pazienti non è del tutto soddisfacente: i farmaci intra-vitreali sono molto costosi e le strutture sanitarie, sempre per problemi collegati ai rimborsi, tendono a raccomandare agli oculisti l'impiego di farmaci off label. Indubbiamente, con l'ingresso degli anti-VEGF gli oculisti hanno dovuto fare i conti con la cronicità che ha portato con sé la necessità di dover fronteggiare nuovi bisogni di cura.

Favorire l'accesso a percorsi di diagnosi e cura specifici e la contrazione dei tempi d'attesa, sono le principali istanze presentate alle Istituzioni.

 Il secondo capitolo della 'Carta' affronta la spinosa questione della cataratta, malattia dovuta ad una opacizzazione del cristallino, la lente che aiuta a mettere a fuoco le immagini sulla retina, con conseguente visione sfocata e offuscata.

Si stima che il 60-70% delle persone sopra i 70 anni abbia una qualche forma di cataratta, percentuale che supera l'80% negli ultraottantenni.

L'incidenza della patologia è in aumento e riflette l'invecchiamento della popolazione.

Ogni anno in Italia sono eseguiti più di 650.000 interventi chirurgici, uno dei numeri più alti in Europa, ed entro il 2030 il numero potrebbe avvicinarsi al milione. L

a diagnosi precoce, secondo gli esperti, è fondamentale e l'intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare il modo in cui viene effettuato lo screening.

L'intervento di cataratta è tra le procedure chirurgiche più sicure e frequenti in tutto il mondo e quella con il miglior costo-efficacia.

 La 'Carta' si focalizza anche sulla secchezza oculare.

Il cosiddetto 'occhio secco' o dry eye è il disturbo più frequente della superficie oculare, definita malattia multifattoriale in cui prevale l'alterazione del film lacrimale accompagnata da infiammazione.

Colpisce dal 15 al 50% della popolazione adulta.

Fattore predisponente l'età, fattori di rischio il sesso femminile e gli squilibri ormonali, oltre all'utilizzo di alcune categorie di farmaci.

La diagnosi si avvale di esami di primo e secondo livello, mentre le terapie prevedono sostituti lacrimali per uso cronico e diverse tipologie di colliri. La secchezza oculare, se di grado severo, impatta seriamente sulla qualità della vita.

 

Altro capitolo della 'Carta' è dedicato al glaucoma, la cui prevalenza in Europa è stimata attorno al 2%, con circa 72 milioni di pazienti destinati a raddoppiare nel 2040, è causato nella maggior parte dei casi da un aumento della pressione intraoculare.

È per definizione il 'ladro silenzioso' della vista, in quanto la malattia è del tutto asintomatica.

Lo schiacciamento del nervo ottico provoca una lenta riduzione del campo visivo e, se non curato, porta alla cecità completa. Necessario effettuare visite oculistiche annuali per prevenire o cogliere all'esordio questa patologia, che viene diagnosticata misurando semplicemente la pressione oculare.

Quando i colliri non riescono a tenere sotto controllo la pressione si può ricorrere all'intervento chirurgico. Il quinto e ultimo capitolo della 'Carta' tratta i difetti rifrattivi, comunissimi e caratterizzati da una non corretta messa a fuoco visiva.

Tra questi anche la miopia: i miopi sono in costante aumento, raddoppiati negli ultimi vent'anni, raddoppieranno ancora nei prossimi 20.

La prevenzione è fortemente raccomandata sin dall'età pediatrica: se la visita oculistica evidenzia una miopia nel bambino, questa va attenzionata subito, perché correggere questo difetto visivo serve a non farlo progredire.

Gli oculisti consigliano attività all'aria aperta almeno per 2 ore al giorno e una drastica riduzione dell'uso di device elettronici, e poi vale la regola del 20-20-2: 20 minuti di impegno visivo da vicino, 20 secondi in cui si guarda lontano, 2 ore all'aperto.

 

 

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