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Ragazzi, diventate donatori di midollo osseo

Tumori, prevenzione e terapie

Sanihelp.it – «Mi è stato proposto di prestare il mio volto e di impegnarmi affinché arrivi ai ragazzi tra i 18 e i 35 anni un messaggio: diventate donatori di midollo osseo».


Lo racconta Giacomo Ferrara, un 28enne che ha deciso di mettersi in gioco in prima persona. Ecco il lato buono del cattivo di Suburra: lo Spadino della serie tv Netflix. 

«Quello è un personaggio. Io sono un bravo ragazzo – sorride, e racconta all'AdnKronos Salute in occasione di un incontro promosso dall'associazione a Milano – mi sono documentato ed è stato allora che ho capito la necessità e l'importanza di questo gesto, quindi ho voluto sposare la causa». 

Lui sarà il primo a dare l'esempio: si farà tipizzare, ma a riflettori spenti. A convincerlo non è stata l'esperienza di qualcuno a lui vicino, ma solo il cuore. 

Per tipizzarsi è sufficiente una goccia di sangue o di saliva, e con le informazioni così ricavate il proprio profilo è a disposizione, pronto per essere incrociato con quello di un paziente in attesa. 

L'iscrizione al Registro italiano donatori permette l’ingresso in una banca dati mondiale, e da allora c'è solo da aspettare. 

«Solo una persona su 100mila è il tipo giusto per chi ha lanciato il suo SOS, per chi è appeso a una speranza. È come cercare l'anima gemella. Solo che in questo caso si cerca un fratello genetico, la metà di una mela», spiega la presidente di Admo, Rita Malavolta


Il biotecnologo Raffaele Aloe chiarisce come funziona nel dettaglio la donazione: «Il midollo osseo è costituito da cellule staminali emopoietiche, da cui nascono gli elementi del sangue, globuli rossi, bianchi e piastrine.

Le modalità per donare sono due. 

La classica è il prelievo direttamente dalla sede naturale, dalle creste iliache, procedura che si fa in anestesia (totale o epidurale) praticando dei forellini all'altezza del bacino e aspirando il sangue midollare. Al risveglio si potrà sentire un po' di dolore (alcuni lo paragonano ai postumi di una banale caduta). Di solito il donatore viene ricoverato la sera prima, il giorno dopo fa l'intervento di circa 45 minuti e poi viene tenuto in osservazione». 

La seconda modalità, continua Aloe, «è molto più utilizzata ultimamente ed è il prelievo tramite aferesi direttamente dal sangue periferico, dove c'è però una concentrazione molto più bassa di queste staminali, quindi bisogna stimolarle a uscire dalle ossa ed entrare in circolo, somministrando al donatore 4-5 giorni prima un fattore di crescita. Il giorno della donazione al centro trasfusionale si viene collegati a un separatore cellulare, con due accessi venosi: da un braccio il sangue entra nel macchinario che estrae le staminali, poi il resto del sangue viene reinfuso nell'altro braccio. Ci vogliono circa 3-4 ore, a ciclo continuo, e si può vedere la sacchetta riempirsi piano piano».

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