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Basalioma: il tumore che sfigura

I risultati dell'indagine Basalioma, sotto la maschera

Sanihelp.it – Il carcinoma basocellulare o basalioma è il tumore della pelle più diffuso, ogni anno colpisce dieci milioni di persone in tutto il mondo e il numero di nuovi casi diagnosticati aumenta al ritmo costante del 10%. Il carcinoma basocellulare è un tumore buono, che può quasi sempre essere rimosso chirurgicamente, ma in alcuni rari casi avanzati o metastatici si trasforma e diventa aggressivo, fino a provocare delle profonde e devastanti lesioni sulla pelle, spesso sul volto, sfigurando e deturpando i pazienti. 


L’indagine Basalioma, sotto la maschera condotta da Gfk Eurisko ha provato a scavare nella quotidianità e nelle emozioni degli italiani che vivono con una forma avanzata di carcinoma basocellulare. Ne è emerso il grande impatto psicologico della malattia e la sua capacità di compromettere i rapporti sociali. Molti pazienti si sentono un mostro e faticano a guardarsi allo specchio, camuffano la propria condizione con bende, cappelli e indumenti. Tendono a nascondersi e a isolarsi, rinunciano a frequentare i propri amici, molti rischiano di perdere il lavoro.Angosciante, subdolo e disgustoso: sono gli aggettivi più utilizzati  dagli italiani che hanno conosciuto il carcinoma basocellulare avanzato. Dall’indagine questo tumore cutaneo si rivela essere una fonte di grande angoscia, vissuto dai pazienti in un costante stato di confusione e paura, percepito come una presenza ignota, ma fin troppo visibile e disgustosa sul proprio corpo. Il basalioma peggiora l’immagine di sé e comporta un’auto-limitazione delle proprie attività e relazioni sociali: è un marchio da negare e nascondere a se stessi e agli altri. 
 
«Nei rari casi di carcinoma basocellulare in stadio avanzato sono sempre presenti importanti risvolti psicologici e una vita sociale fortemente compromessa. In questi casi, i pazienti hanno paura di farsi vedere perché si vergognano delle proprie lesioni cutanee, ma questo comportamento può rivelarsi un circolo vizioso: il nascondersi e il trascurarsi sono a loro volta, infatti, uno dei motivi per cui spesso si arriva a una forma avanzata. In molti casi i pazienti si nascondono anche dai propri familiari, tendono a bendarsi e a camuffarsi con berretti o garze», spiega Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi dell’Aquila. «Il carcinoma basocellulare è in assoluto il tumore più diffuso, è circa dieci volte più frequente del melanoma, eppure non se ne parla. È sì un tumore buono, che nella grande maggioranza dei casi può essere rimosso chirurgicamente con facilità, ma quando insorge in certe zone del corpo difficili da trattare, può avanzare, diventando aggressivo e cattivo, fino a provocare delle profonde e devastanti lesioni che possono sfigurare il paziente, portando alla perdita della funzionalità degli organi interessati o risultando fatali», aggiunge Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità Oncologica Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli Fondazione G. Pascale.
 
Per la forma più invasiva di carcinoma basocellulare in cui la chirurgia non può essere una soluzione appropriata, esiste oggi una nuova prospettiva  terapeutica: il vismodegib, già approvato dall’FDA negli Stati Uniti e dall’EMA in Europa, è un innovativo trattamento a target molecolare capace di inibire il pathway (via di segnalazione cellulare) di Hedgehog che risulta alterato nel 90% dei carcinomi basocellulari, indipendentemente dalla gravità e dalla tipologia del tumore. Il circuito di Hedgehog, svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’organismo fino all’età adulta, quando diviene meno attivo, ma nel carcinoma basocellulare si verifica una segnalazione anomala che riattiva il circuito e porta alla crescita delle cellule tumorali. Vismodegib è in grado di spegnere la via di segnalazione di Hedgehog, dimostrando una marcata riduzione delle lesioni cutanee nei carcinoma basocellulari localmente avanzati e metastatici.
 

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