Sanihelp.it – Molti attendono con impazienza il Natale. Non è così per i natalofobi, termine usato per descrivere la paura di festeggiare il Natale. Lo stress per l’avvicinarsi del pranzo in famiglia che finisce sempre male, la paura della solitudine, la mancanza di budget per i regali, il timore di non essere all’altezza… Come per la paura di Babbo Natale, molteplici ragioni possono spiegare questa fobia.
Definizione di natalofobia
La natalofobia è un termine abbastanza recente utilizzato in psicologia, ma che designa una fobia che non ha nulla di nuovo: si tratta della paura irrazionale e sproporzionata delle festività natalizie e di tutto ciò che riguarda questo periodo (difficoltà finanziarie, pranzi in famiglia, decorazioni festive, riunioni familiari, corsa ai regali, ecc.
L’ansia che si manifesta con l’avvicinarsi delle festività, con i sintomi classici di una fobia, che possono essere fisici o psicologici:
- Attacchi di ansia;
- Palpitazioni cardiache;
- Mal di stomaco;
- Diarrea;
- Depressione.
A differenza di altre fobie, questi sintomi legati alla natalofobia hanno la particolarità di manifestarsi solo intorno al 1° dicembre, quando si iniziano a vedere decorazioni natalizie per le strade, pubblicità relative a regali come giocattoli, profumi, in televisione o sui cartelloni pubblicitari…
Inoltre, gli esperti osservano altri tipi di sintomi fisici, come forti mal di testa, emicranie oftalmiche, che compaiono proprio in questo periodo di fine anno, come se, inconsciamente, il corpo fornisse al paziente una scusa valida per saltare il tanto temuto pranzo di famiglia del 24 o del 25 dicembre..
Il paziente ha davvero l’impressione di essere malato, e questa scusa cade a pennello per giustificare la sua assenza alla cena della vigilia, permettendogli di sentirsi meno in colpa, aggiunge.
In inverno, con le giornate più corte, la mancanza di luce, i virus che circolano, raramente siamo al massimo della forma e quindi arriviamo al Natale in condizioni psicologiche e fisiche non sempre ideali. Non ne siamo necessariamente consapevoli fin da subito.
Single, coppie senza figli, disoccupati… Chi sono i natalofobi?
In generale, il periodo natalizio mette in evidenza le mancanze di ciascuno, si potrebbero distinguere diversi “tipi” di natalofobi:
- Le persone che sono sole e soffrono di solitudine;
- Le persone che hanno fatto delle scelte, come quella di rimanere single o di non avere figli, e che si trovano a confrontarsi con il modello “classico” del resto della loro famiglia;
- Le persone che non riescono ad avere figli o che non ne hanno, perché questo periodo ruota molto attorno al tema dell’infanzia;
- Le persone che hanno problemi finanziari, che già fanno fatica ad arrivare a fine mese;
- Le persone disoccupate o che non riescono a trovare lavoro;
- Le persone in lutto, che hanno perso una persona cara più o meno tempo fa;
- Le persone che hanno segreti di famiglia, che temono le riunioni familiari per via di cose non dette o storie di famiglia;
- Le persone che hanno vissuto un evento complicato o traumatico durante l’anno, che riemergerà durante queste riunioni familiari.
Questo periodo contiene tutti gli ingredienti che generano stress: il desiderio di fare bene e di rendere felici gli altri, la pressione sociale e lo sguardo degli altri, la paura di non essere all’altezza, le considerazioni finanziarie, le tensioni familiari e il senso del dovere. Insomma, tutti gli ingredienti per un cocktail che può diventare esplosivo se non si tiene conto dei propri bisogni e desideri.
Infine, esiste un’altra categoria di natalofobi: le persone che sono “contro il Natale“, che ne denunciano l’aspetto molto commerciale e di marketing e che rifiutano di esserne coinvolte perché le infastidisce. Queste persone non sviluppano stress, ma piuttosto irritabilità, un fastidio costante durante gli ultimi due mesi dell’anno e, loro malgrado, si mettono al di fuori del momento presente che la maggior parte delle persone sta vivendo.
Perché il periodo natalizio può angosciarci?
La natalofobia non deve essere presa alla leggera, perché si tratta di una fobia che può causare un profondo malessere, se non addirittura una depressione. Pensare alle festività dell’anno e rimuginare su questo periodo che non ci piace può:
- Favorire stati depressivi;
- Ravvivare il dolore di un lutto, che durante il resto dell’anno si riesce ad attenuare;
- Riattivare interrogativi interiori, ad esempio sulle scelte di vita.
Più in generale, è importante ricordare che il periodo natalizio è un periodo di fine ciclo e che per molte persone la fine dell’anno può essere sinonimo di rimessa in discussione, di bilancio dei mesi trascorsi. Lo stress e l’ansia possono anche essere causati dallo sguardo degli altri, dal giudizio che un membro della famiglia esprime su di voi, sulle vostre scelte di vita, ad esempio.
Anche l’ansia di perfezione può essere all’origine di questa ansia con l’avvicinarsi delle feste. Tutto deve essere perfetto: i regali, il pranzo, l’abito che si sceglie, ma anche l’anno appena trascorso.
Questo divario si osserva spesso sui social network, ad esempio, dove ognuno espone un quadro un po’ idilliaco e cerca di pubblicare la foto più bella dell’albero di Natale, i regali più belli, la tavola più bella della vigilia, la foto di famiglia più sorridente possibile, trasmettendo l’immagine (spesso falsa) di una famiglia senza alcun problema, con un’intesa perfetta…
Natale e atelofobia: che cos’è?
L’atelofobia non è altro che la paura dell’imperfezione. Il periodo delle feste e delle riunioni familiari può quindi esacerbare alcune paure, come quella di non essere all’altezza delle aspettative degli altri e quindi di essere giudicati.
I consigli degli psicologi per vivere meglio le festività di fine anno
Prendere le distanze e non sollevare argomenti che potrebbero causare tensioni. Il giorno di Natale non è il momento migliore per affrontare questioni familiari dolorose che ci portiamo dentro… Nessuno è davvero nella propria condizione normale durante queste riunioni di famiglia. Non si tratta di nasconderle, ma piuttosto di prendere un po’ di distanza e aspettare il momento giusto per parlarne, che non è certamente durante le festività di fine anno. Lo stato d’animo dei propri cari non sarà necessariamente quello giusto per accogliere correttamente le critiche o risolvere un problema all’interno della famiglia.
Rivolgersi a persone di fiducia
Se si hanno problemi di soldi e il budget per i regali è quasi nullo, piuttosto che tenersi tutto dentro, meglio individuare uno o due membri della propria famiglia di cui ci si fida e spiegare la situazione. Si potrebbe trovare rapidamente un accordo: quest’anno niente regali, ma piccole attenzioni a tavola, o un regalo a una sola persona, tirando a sorte…
Non rimanere isolati
Se si soffre di solitudine e si hanno amici che organizzano una festa di Natale, non bisogna esitare a chiedere se si può passare, ad esempio, o organizzare un Natale tra amici il giorno dopo. E se non si ha nessuno la sera di Natale, ci si può dedicare al volontariato: il modo migliore per non sentirsi soli è aiutare gli altri e sentirsi utili!
Consultare uno psicologo, se serve
Se ci si rende conto che alla fine dell’anno qualcosa non va, che l’umore non è dei migliori, non bisogna aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per reagire, meglio prevenire. Se non si ha la possibilità di parlarne con qualcuno vicino, ci si può rivolgere a uno psicologo (in studio o in teleconsultazione) per parlare di questo malessere.
Una o due sedute prima delle feste possono essere sufficienti per alleggerire il carico emotivo e fornirvi gli strumenti necessari per trascorrere delle feste serene.



