Sanihelp.it – Tecnicamente si chiama »filler dissolving». E’ la tendenza, sempre più forte, a cancellare i ritocchi fatti in precedenza con un filler all’acido ialuronico. Perché non piacciono più o semplicemente perché ci si vuole vedere diverse allo specchio. In realtà in molti casi la richiesta è il retaggio di una tendenza ormai passata che portava a correzioni eccessive che in tempi successivi si percepiscono come stonate. In altri casi invece un ritocco può non dare l’effetto desiderato per un errore da parte del medico. Un esempio per tutti: un filler iniettato lungo il profilo mandibolare di una donna per ridefinirlo può rischiare di rendere un volto troppo squadrato e mascolino.
L’acido ialuronico è il filler più usato. Si tratta di una sostanza che vanta qualità straordinarie ma che deve essere usata ad arte per dare risultati soddisfacenti. Un’ipercorrezione rappresenta l’errore più comune che il medico possa fare con un filler: così si rischia di rendere visibile il ritocco sotto forma di ombre scure, rigonfiamenti, cordoni duri al tatto. Tutto questo succede anche perché è stata usata una formulazione di acido ialuronico non adatta alla parte da trattare.
Esistono infatti tanti tipi diversi di acido ialuronico da usare come filler, ognuno con caratteristiche differenti che li rendono indicati, di volta in volta, per una determinata correzione: sbagliare la scelta da parte del medico comporta che il risultato sia poco naturale e finisca per non piacere alla paziente.
La soluzione per i pentiti del filler? C’è e si chiama ialuronidasi. Si tratta di un enzima che iniettato nel punto da correggere accelera la degradazione dell’acido ialuronico facendo in modo che la correzione »sparisca» così in una decina di giorni. Ma attenzione: la ialuronidasi va impiegata con criterio visto che l’azione di degradazione non si indirizza solo verso l’acido ialuronico iniettato ma anche verso quello naturalmente presente nella cute: importante quindi usarlo solo su aree molto ristrette. Il costo di una seduta con infiltrazione di ialuronidasi si aggira attorni ai 600 euro.
In ogni caso, anche quando si parla di filler, più che riparare un danno sarebbe opportuno mettere in atto tutte le possibili strategie per prevenirlo. Prima fra tutte rivolgersi sempre a un professionista esperto: fare un filler non è una banalità come potrebbe sembrare ma al contrario richiede conoscenze puntuali e una buona capacità di maneggiare la tecnica infiltrativa.
Importante anche prendere il giusto tempo nella valutazione del risultato. L’acido ialuronico ha bisogno di tempo per assestarsi: l’effetto finale andrebbe poi visto dopo che gonfiori e piccole ecchimosi, che possono presentarsi al termine della seduta, sono spariti. Niente fretta infine: l’acido ialuronico è una sostanza naturale che a poco a poco viene riassorbita. Questo se da un lato vuol dire che occorre rifare il filler con una certa frequenza per mantenere i risultati voluti, dall’altro suggerisce che un ritocco poco gradito può rientrare in tempi relativamente brevi. Ci vuole solo pazienza.



