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Cesare Bocci racconta come ha cresciuto la figlia

Papà

Sanihelp.it Nel 2000 Cesare Bocci e la moglie Daniela diventavano genitori della piccola Mia, ma proprio mentre la allattava, la neomamma venne colpita da un ictus. « Mi sono sentito affogare, sbattuto tra due scogli. Da una parte una mamma in coma, dall’altra una neonata da accudire» ha rivelato oggi l’attore, a vent’anni di distanza, in una intervista rilasciata a Ok salute e benessere. «I primi tempi sono stati durissimi. Daniela, ricoverata due mesi in neurologia e altri tre in un centro di riabilitazione, soffriva di amnesia. […] Sentivo di avere una grande responsabilità nei confronti di mia figlia, non volevo farle mancare niente».


E così, pur contando sull’aiuto di sorella e cognata, scelse inizialmente di ricoprire sia il ruolo di padre sia quello di madre, affidandosi solo dopo alcuni mesi al sostegno di una tata. Guardando al passato, Bocci rivela: «Ho agito con il cuore, ma penso di aver commesso degli errori quando Mia era piccola. Poiché Daniela non riusciva a tenerla bene in braccio, a darle il latte o a leggere le favole, con un atteggiamento iperprotettivo la esoneravo dal suo ruolo di mamma. Così Mia cresceva senza quel profondo contatto materno di cui i bambini hanno bisogno come l’aria. A due anni piangeva se Daniela cercava di avvicinarla, non la riconosceva come sua mamma».

Chiese allora aiuto a uno psichiatra che lo rassicurò: la reazione della piccola era sana, perché non conosceva la madre esautorata dai suoi compiti. «Mi consigliò di fare un passo indietro, come padre factotum e onnipresente, e di far fare due passi avanti a Daniela, che doveva riappropriarsi del suo ruolo di mamma. Così, quando Mia di notte si svegliava e chiamava papà, imparai ad aiutare Daniela ad alzarsi dal letto per andare in cameretta a tranquillizzarla».

Oggi è proprio Mia, ormai grande, a dare un aiuto fondamentale alla madre che, negli anni, ha ripreso a camminare e ad articolare bene le frasi, pur avendo ancora problemi di equilibrio e qualche residua difficoltà. «É una ragazza molto sensibile, cresciuta bene, nonostante tutto. Penso che prima o poi dovrà lavorare sulla figura materna. Fare i conti con la sua infanzia segnata da una mamma forzatamente assente» conclude il papà. 

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