Sanihelp.it – «Essere madre significa crescere rapidamente. Questi anni sono stati un lungo viaggio, in cui io sono diventata più attenta a ciò che mi circonda». Così Elisabetta Gregoraci, 45 anni, sintetizza, in un’intervista rilasciato a Ok salute e benessere, come è cambiata grazie all’esperienza della maternità, cioè da quando, 15 anni fa, ha dato alla luce il figlio Nathan Falco, frutto del matrimonio, ormai concluso, con l’imprenditore Flavio Briatore.
Rispondendo sempre alle domande del giornalista si è dichiarata «mamma amica» ma al contempo «severa ed esigente». Per lei è fondamentale riuscire a trasmettere alcuni valori al figlio: «I valori e le tradizioni con cui sono cresciuta, nonostante il mondo che vive sia completamente diverso rispetto a quello che ho vissuto io alla sua età in Calabria. Voglio mantenere saldi gli insegnamenti che ho ricevuto, come l’importanza della sincerità, dell’onestà e della solidarietà, qualità che ho imparato dalla mia famiglia» spiega. «Ė essenziale che comprenda e apprezzi le tradizioni, come ad esempio il valore della famiglia unita e del supporto reciproco, che vanno oltre la semplice osservanza delle regole. Siamo una famiglia molto legata, in cui ogni componente si prende cura degli altri e dove viene dato valore al tempo trascorso insieme, oltre che al dialogo aperto su qualsiasi argomento».
La genitorialità secondo Gregoraci passa infatti dal dialogo e dalla fiducia: «Credo che parlare e confrontarsi sia fondamentale. Cerco di costruire un rapporto alla pari, anche se sono molto severa su alcune regole che considero basilari. Penso che fino a quando Nathan si meriterà la mia fiducia, continuerò a dargliela. Sono convinta che criticare tutto quello che fanno non sia un atteggiamento costruttivo: ogni generazione ha usi e costumi differenti dalle precedenti, e non ci sono solo il bianco e il nero, il giusto e sbagliato, ci sono le sfumature» ha spiegato. «Più so, meglio è per entrambi, ma lascio che sia lui a confidarsi con me, preferisco non fare domande».
Fiducia non significa rinunciare al controllo: «Un po’ di vigilanza non fa mai male. Non sono esagerata, ma nemmeno troppo permissiva» rivela, spiegando di puntare però soprattutto alla comunicazione tra le parti, anche per cercare di contrastare i pericoli odierni. «Ormai è difficile controllare immagini violente o contenuti forti, e anche l’accesso così semplice ai filmati pornografici può rappresentare un problema. Per questo è importante parlare e spiegare le cose. Io cerco di avere un dialogo aperto su tutto, anche sulla sessualità. Non gli dico «questo no, quello no». Parlando, si possono trovare compromessi. È importante spiegare che le relazioni e l’amore sono altro rispetto a quello che si vede su quei video».