Sanihelp.it – Il farro è uno dei cereali meno diffusi, anche se negli ultimi anni è al centro di una riscoperta, a partire da chi ha orientato la propria alimentazione in senso naturista. Fino all'inizio del XX secolo era coltivato soprattutto in Svizzera, Germania e Francia.
Il valore nutrizionale del farro è simile a quello del grano tenero: contiene proteine, grassi insaturi, vitamine A, C, B, acido fitico, sali minerali e fibre; è povero invece di amminoacidi essenziali. Il farro svolge attività antianemica, lassativa, ricostituente e rinfrescante.
Il selenio e l'acido fitico inibiscono la formazione di radicali liberi, pertanto il cereale ha anche proprietà antiossidanti ed è l'ideale per chi è sottoposto a stress intellettuale, per le donne in menopausa e per gli anziani.
Consumare farro conduce rapidamente alla sazietà, per questo motivo e per la sua agevolazione alla motilità intestinale, è indicato nelle diete dimagranti. La ricchezza di carboidrati, ferro e calcio lo rende adatto alle persone che praticano sport, a chi è in convalescenza, a chi soffre di anemia e osteoporosi.
La pianta si adatta anche a terreni relativamente poveri e pietrosi, tollera condizioni climatiche rigide e cresce anche in zone dove, a causa dell'altitudine, non si riesce a coltivare grano.
Dopo essere stato decorticato può essere consumato in chicchi e può essere utilizzato per preprarare minestre e zuppe. Se ne può ottenere anche pane (mescolando la farina di farro con quelle di segale e frumento) e pasta alimentare.