Sanihelp.it – Dall’Ospedale Sacco di Milano arriva una nuova metodica che con gli ultrasuoni migliora il trattamento per l’incontinenza urinaria a seguito della rimozione della prostata: si chiama ProAct ed è stata presentata al recente Congresso Europeo di Urologia (EAU) di Istanbul dal dottor Andrea Gregori, che presta servizio nell’Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale Sacco.
La Prostatectomia radicale è un intervento frequente (si contano 20.000 interventi nel 2006), che si rende necessario qualora il paziente sia affetto da tumore maligno localizzato alla ghiandola prostatica. Ma una delle possibili complicanze post-operatorie è l’incontinenza urinaria da sforzo, con notevole impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti.
Il ProAct non è nuovo, ma con la tecnica di impianto che utilizza il controllo a ultrasuoni, è diventato più veloce e maneggevole, tanto che si può eseguire in giornata e in anestesia locale. Si tratta di una procedura mininvasiva che utilizza l’impianto di 2 palloncini di silicone posizionati sotto la vescica e poi regolati con l’iniezione di liquido fisiologico fino a ottenere la continenza, eliminando così le perdite di urina.
La tecnica è indicata in chi accusa sintomi di incontinenza urinaria da sforzo causati da prostatectomia radicale che non abbiano avuto risultati soddisfacenti con la terapia riabilitativa o farmacologica, o in pazienti con incontinenza grave ma che non intendano sottoporsi a intervento con un impianto di sfintere artificiale.
Più dell’80% dei pazienti operati ha eliminato ogni genere di protezione o ha ottenuto una drastica riduzione delle perdite. Tuttavia, qualora non si raggiunga il risultato desiderato, i palloncini possono essere rimossi facilmente in anestesia locale con una semplice procedura ambulatoriale.