Sanihelp.it – Si fa presto a dire sterilità. In realtà, dietro alle difficoltà di concepimento si celano numerose problematiche differenti.
Il tema è stato discusso, nei giorni scorsi, all’82° Congresso Nazionale della società italiana di ostetricia e ginecologia – SIGO, durante la lettura magistrale del professor Carlo Flamigni, dal titolo Sterilità una diagnosi con molte prognosi.
«Oggi si tende a dare maggiore rilevanza ai fattori cha causano l’infertilità, e cioè l’incapacità di portare avanti una gravidanza, l’abortività ripetuta, le malattie genetiche o infettive», spiega Flamigni, «quando ci si potrebbe concentrare maggiormente su fattori che forse sono meno evidenti ma frequenti e alla base di una ipofertilità della donna e della coppia. Ad esempio, alcune anomalie della tuba, che, pur non ostruendola completamente, possono causare difficoltà nel concepimento».
L'esperto ha sottolineato così le differenze tra il concetto di sterilità e infertilità, evidenziando la necessità di trovare nuove definizioni che meglio identifichino la difficoltà di concepire, che colpisce una coppia su sei in età fertile.
«Ci sono delle tematiche», aggiunge Flamigni, «ben note alla classe medica ma non alla maggior parte delle persone, e che incidono significativamente sulla possibilità di avere figli, come il fattore età, la durata del ciclo mestruale e, non meno importante, la frequenza dei rapporti sessuali».
Nel ribadire il valore di un corretto inquadramento della problematica che investe la coppia e della scelta dei protocolli terapeutici, Carlo Flamigni ha sottolineato con forza un ultimo concetto: l’importanza del rapporto medico-paziente e del ruolo della comunicazione riguardo i possibili successi e insuccessi delle terapie.