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I pericoli del freddo: cosa fare in caso dià¢Â€Â¦

Difendersi dal freddo

Sanihelp.it – Il freddo intenso, come quello che registriamo in questo periodo, può rappresentare una minaccia per la nostra salute provocando diversi disturbi più o meno gravi, dai geloni al congelamento.


Cosa succede al nostro organismo quando fa freddo? Quando la temperatura esterna si abbassa l'organismo attiva i sistemi di termoregolazione endogeni, che in condizioni normali mantengono pressoché costante l'equilibrio termico del corpo con l'ambiente esterno. Quando la temperatura esterna è sufficientemente bassa da indurre una diminuzione al di sotto dei 37°C della temperatura interna, si verifica una vasocostrizione cutanea e un’accelerazione del ritmo cardiaco.
Inoltre, in condizioni di freddo intenso, l'organismo aumenta anche la produzione di calore interno (termogenesi) attraverso l'incremento dell'attività muscolare scheletrica (brividi involontari o attività fisica volontaria) e l'aumento del metabolismo. In altri termini attraverso l'attivazione dei meccanismi di termoregolazione, si crea un equilibrio tra la quantità di calore prodotta all'interno dall'organismo e la quantità di calore assunta dall'ambiente o ceduta all'ambiente, creandosi in tal modo una situazione di benessere termico.

Ecco i principali pericoli delle temperature rigide.

GELONI. Sono lesioni della cute reversibili, compaiono se la parte esposta è umida o bagnata o c'è vento forte. È colpita soprattutto la cute delle dita, che si presenta bianca o giallo-grigia e può essere presente una sensazione di intorpidimento e prurito delle zone interessate, spesso non si avverte dolore, ma nei casi più gravi, le zone colpite possono gonfiarsi, arrossarsi e coprirsi di vescicole. È opportuno consultare il proprio medico curante.

CONGELAMENTO. Nelle forme lievi: la parte colpita non duole e presenta una colorazione bianco-grigiasta. In questo caso, basta riscaldare la parte colpita anche soltanto massaggiandola e alitandovi sopra. Nelle forme più gravi, sono colpite le cellule dei tessuti che nei casi più gravi possono andare in contro a necrosi. Le zone più colpite sono quelle meno irrorate e più esposte come: mani, piedi, talloni, lobi auricolari, naso, guance, mento. Sono condizioni rare, si possono verificare nei soggetti che trascorrono la notte all'aperto o in alta montagna.
Le cause più frequenti del congelamento, sono oltre che le basse temperature, anche la presenza di vento forte e umidità relativa molto elevata. Il rischio diventa reale di fronte a un'improvvisa bufera di vento o di neve, con umidità ai limiti di saturazione, specie se non si indossano indumenti adatti. Episodi gravi di congelamento possono verificarsi anche a seguito di immersioni in acque gelate. I segni iniziali di congelamento sono spesso lievi: cute pallida, fredda, edematosa, successivamente diventa arrossata fino a divenire cianotica e dolente, con comparsa di bolle e se l'esposizione al freddo persiste si ha comparsa di piccole zone di gangrena, fino al congelamento generale che interessa tutto l'organismo. La persona va soccorsa prontamente per evitare conseguenze più gravi dell'assideramento.

IPOTERMIA O ASSIDERAMENTO. Se la temperatura corporea scende sotto i 35°C le funzioni vitali non possono più considerarsi efficienti. È opportuno riconoscere tempestivamente i primi segnali di ipotermia: parlare a scatti, difficoltà di deambulazione, tendenza a inciampare, confusione mentale, perdita di coordinamento degli arti, sensazione di affaticamento e di freddo, tensione muscolare e nei casi più gravi: perdita dei sensi e infine coma. Se si è in alta montagna, in attesa dell'arrivo dei soccorsi possono essere molto utili massaggi leggeri sulla superficie corporea e se è possibile mettere la persona a riparo dal freddo e dal vento e coprirla con indumenti caldi e coperte, somministrare abbondanti liquidi caldi, come tè e caffè allungato, brodo vegetale. Evitare la somministrazione di bevande alcoliche.

Un'ondata di freddo intenso può provocare anche un aggravamento delle patologie croniche, specialmente cardiopatie e broncopatie croniche. Recenti studi evidenziano anche un sensibile effetto del freddo sulla riacutizzazione della sintomatologia nei soggetti affetti da alcune malattie reumatiche.


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