Sanihelp.it – NEW YORK, (Reuters Health) – Una anomalia nell’utilizzo del ferro da parte del centro che controlla il dolore, nel cervello, potrebbe portare allo sviluppo di attacchi di emicrania e mal di testa, secondo uno studio condotto da ricercatori in Kansas.
Esiste una zona del cervello denominata materia grigia periequiduttale (PAG) che raccoglie neuroni con funzioni differenti, ma che sono tutti situati attorno al cosiddetto acquedotto di Silvio, una formazione all’interno del cervello ripiena di liquido. Questa zona riceve costantemente impulsi dalla corteccia cerebrale frontale e dall’ipotalamo e li proietta alle strutture cerebrali inferiori svolgendo un’importante funzione di stazione di smistamento degli impulsi dolorifici, afferma il Dott. K. Michael Welch della facoltà di Medicina dell’Università del Kansas a Kansas City.
“Durante gli attacchi di emicrania, agenti stimolanti come ad esempio lo stress attivano la PAG, ma la risposta non avviene per anomalie o perché lo stimolo attiva una parte anomala” ha spiegato il medico.
Risultato: “stimolo doloroso invece di diminuzione del dolore”, secondo Welch.
Il suo team ha misurato i livelli di ferro presente nella PAG di pazienti affetti da emicrania, cefalea oppure di cefalea cronica non-emicranica e li ha poi comparati con i valori rilevati in persone non affette da mal di testa od emicranie.
Cambiamenti nei livelli di ferro possono riflettersi in cambiamenti del modo di funzionamento delle cellule della PAG sostengono gli autori.
Secondo lo studio, pubblicato in una recente numero della rivista “Headache”, i livelli di ferro trovati nella PAG di pazienti affetti da emicrania e mal di testa erano significativamente più elevati rispetto ai valori rilevati in persone non affette da queste patologie.
Infatti, sottolineano gli autori, nei pazienti che da più tempo soffrono di mal di testa, sono stati rilevati maggiori livelli di ferro nella PAG anche se già all’inizio della loro malattia erano riscontrati valori già significativamente superiori al normale.
Livelli elevati di ferro potrebbero essere sia la causa di attacchi di emicrania, sia un risultato di frequenti mal di testa, notano gli studiosi.
“Crediamo che l’aumento dei valori di ferro, riscontrato nel gruppo di pazienti esaminati, rifletta un anomalia della produzione e accumulo del ferro e, probabilmente, si associa a danni o malfunzionamento dei nervi”, concludono gli autori.
“Forse l’anormalità della PAG è un fattore essenziale nello sviluppo del mal di testa nelle cefalee”, afferma Welch.
Nella PAG si verifica un insolito accumulo di molecole di ferro che facilitano l’azione dannosa dei radicali liberi: raggiunta una certa soglia di accumulo di ferro il mal di testa può diventare cronico perché il PAG subisce un danno permanente che non gli consente più di regolare il traffico degli impulsi dolorifici.
Come, dunque, si possono ridurre i danni causati dal deposito di ferro? “trattate gli episodi alla loro insorgenza e prevenite gli attacchi di emicrania tutte le volte possibili”, consiglia Welch.