Sanihelp.it – La stitichezza, ovvero l’assenza del naturale stimolo di ‘andare di corpo’ o anche l’incapacità di evacuare senza grandi sforzi, è un problema che affligge circa l’11% della popolazione italiana (ed in particolare il sesso femminile) sotto i 65 anni.
Oltre alle classiche raccomandazioni come una dieta ricca di fibre e verdure, l’assunzione di almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno e un’attività fisica costante, esiste una semplice tecnica sperimentata presso l’Università della California che sembrerebbe sortire effetti molto positivi.
Durante uno studio specificatamente adibito infatti, i ricercatori hanno mostrato ai cento pazienti affetti da stipsi e coinvolti nella ricerca, una manovra con cui esercitare autonomamente una certa pressione sul perineo, l’area collocata tra l'ano ed i genitali.
L’applicazione di questa tecnica nel corso delle quattro settimane successive, ha portato ben il 72% dei pazienti a migliorare la propria condizione, grazie al rilassamento dei muscoli addominali e alla stimolazione dei nervi responsabili del movimento intestinale derivati dall'auto-digitopressione.
Nonostante la contenuta dimensione del campione ed il dubbio che la tecnica possa essere impiegata anche come strumento preventivo per la stitichezza, i risultati ottenuti (e pubblicati sul Journal of General Internal Medicine) potrebbero suggerire una nuova modalità di trattamento della stipsi che unisca la digitopressione di ispirazione orientale ad una terapia farmacologica di matrice occidentale, ovvero basata sulla somministrazione di emollienti delle feci, integratori di fibre, stimolanti e lassativi.
«Questa digitopressione auto-somministrata – commenta il dottor Hui dall’Università della California – è solo uno degli esempi di come un approccio integrato della medicina possa aiutare i pazienti a trattare efficacemente le problematiche di cui soffrono».