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Congiuntivite: ce ne sono tante, a ciascuna la sua cura

Sanihelp.it – Occhi rossi e gonfi, prurito, pus. Sintomi che denunciano la presenza di una congiuntivite. Sì, ma di che tipo? Virale, batterica o allergica, questa infiammazione oculare si manifesta con sintomi differenti richiedono il consulto dello specialista nel 70% dei casi. L’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) sottolinea come solo una corretta diagnosi permetta di ricevere il trattamento idoneo, evitando complicazioni.


Con un rischio di trasmissione del 50%, la congiuntivite infettiva più comune è quella virale: colpisce generalmente la popolazione adulta e si presenta soprattutto in estate. Nel mirino entrambi gli occhi, irritati da una secrezione acquosa causando bruciore e fotofobia. Primo responsabile è l’Adenovirus (90% dei casi), un virus che spesso colpisce anche le vie respiratorie, con mal di gola, rinite, tosse e ingrossamento linfonodale. Responsabile possibile anche l’Herpes Simplex (1,3%-4,8% dei casi) che attacca un solo occhio e si associa a herpes labiale.

A seguire Herpes Zoster e Molluscum Contagiosum: il primo coinvolge il nervo trigemino, mentre il secondo è spesso associato a congiuntivite follicolare con lesioni alla palpebra. In entrambi i casi, le complicanze possono essere gravi come danni alla cornea e uveite. L’uso di antivirali topici o sistemici può rivelarsi utile per impedire complicanze. Impacchi freddi, lacrime artificiali e antistaminici topici alleviano la sintomatologia. Bisogna inoltre ricordare di utilizzare asciugamani e salviette personali.

A prediligere i bambini, invece, è la congiuntivite batterica: si stima, infatti, che nel 50%-75% dei casi siano i piccoli le vittime, frequente tra dicembre e aprile. Una secrezione purulenta appiccicosa e sensazione di corpo estraneo nell’occhio sono i sintomi che la caratterizzano. Nei bambini, i principali batteri responsabili sono Haemophilus influentiae (29% dei casi) e Streptococcus pneumoniae (20%). Negli adulti anche Staphylococcus aureus. Una scarsa produzione lacrimale, traumi, condizioni di immunodepressione sono fattori di rischio. A rappresentare il veicolo principale di trasmissione dell’infezione sono le mani. Va trattata con un collirio antibiotico.

A presentare condizioni importanti è anche la congiuntivite batterica iperacuta, un’infezione a esordio improvviso che progredisce fino alla perforazione della cornea. Causata spesso da Chlamydia o Neisseria Gonorrhoeae, malattie sessualmente trasmesse che possono diffondersi anche all’occhio, è caratterizzata da un’abbondante secrezione purulenta, visione diminuita, dolore e linfoadenopatia.

In ogni caso, se non viene correttamente curata, la congiuntivite può comportare complicanze, soprattutto nel caso della forma batterica provocata da Chlamydia o dalla gonorrea. Otre a danni alla cornea, l’infezione può diffondersi per via sistemica e possono verificarsi persino condizioni come sepsi o meningite. Lavare frequentemente le mani per almeno 40 secondi impedisce l’attecchimento di virus e batteri. 

In alcuni casi una congiuntivite può portare a complicanze gravissime, quali ulcere corneali o endoftalmiti, fino alla perdita irreversibile della vista. Al minimo accenno di arrossamento congiuntivale il portatore di lente a contatto deve sospenderne l’applicazione. Anche davanti a un arrossamento intenso e dolore durante i primi 7-10 giorni da un intervento per cataratta bisogna subito rivolgersi all’oculista.

Non si parla di contagio, invece, nel caso di congiuntivite allergica. Di natura non infettiva, è dovuta alla risposta infiammatoria della congiuntiva ad allergeni presenti nell’ambiente. Si tratta della forma più frequente di congiuntivite che tra fine marzo e settembre arriva a colpire fino al 40% della popolazione. Il problema, in genere, scompare evitando il contatto con la sostanza scatenante e utilizzando lacrime artificiali. Talvolta è opportuno somministrare collirio antistaminico e farmaci corticosteroidei.

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