Advertisement
HomeSalute BenessereSaluteSole, mare e nuoto in aiuto a chi soffre di psoriasi

Sole, mare e nuoto in aiuto a chi soffre di psoriasi

Salute della pelle

Sanihelp.it – 3 milioni solo in Italia. Tante le persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche della pelle come la psoriasi che colpisce 2.500.000 soggetti in Italia, 14 milioni in Europa e 125 milioni nel mondo. L’estate per loro può essere davvero una bella stagione.


Sole, mare e nuoto, insieme all’alimentazione più leggera tipica dei mesi estivi sono fattori in grado di contribuire in modo significativo al miglioramento delle condizioni di salute e al benessere di chi ha una malattia cronica della pelle. 

Il sole e i bagni in acqua di mare, in particolare, sono senz’altro consigliati a chi soffre di psoriasi e che spesso si vede costretto a convivere con sintomi come il prurito e segni molto fastidiosi legati alla presenza di chiazze spesse localizzate in varie parti del corpo come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e regione sacrale.

«Il sole è prezioso per i pazienti con psoriasi perché permette loro di migliorare la condizione della pelle e delle chiazze» spiega Francesco Cusano, Presidente ADOI, Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani. «Ovviamente sono assolutamente da evitare le scottature che, al contrario, peggiorerebbero la situazione perché la psoriasi si replica sulle aree di traumatismo della pelle: si chiama fenomeno di Koebner che consiste nella comparsa di nuove lesioni su parti di pelle precedentemente libere».

«Fortemente consigliati sono anche i bagni in mare: il sale aumenta la penetrazione dei raggi solari e la perdita di resistenza della pelle rispetto agli ultravioletti» continua Cusano. Attenzione invece al sudore. «Il caldo eccessivo può creare lesioni nelle pieghe della pelle, in particolare a livello del seno, dell’inguine, delle ascelle» commenta l’esperto.

La consapevolezza che l’estate sia in grado di offrire importanti benefici a chi è affetto da psoriasi può senz’altro aiutare a vivere con maggiore naturalezza e serenità la stagione del sole e dei bagni che, molto spesso, è invece fonte di difficoltà emotive.

«Nelle persone con psoriasi scoprirsi può creare disagio» spiega Valeria Corazza, presidente di Apiafco, Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza. «Purtroppo ancora oggi ci sono persone ancora convinte che la psoriasi sia una patologia contagiosa: grazie alle campagne di sensibilizzazione è possibile informare su queste patologie e sconfiggere, finalmente, falsi miti e credenze».


«Oggi si può tenere sotto controllo la malattia seguendo scrupolosamente i consigli e le prescrizioni dei medici, i pazienti devono essere consapevoli che solo con senso di responsabilità, determinazione e costanza, si può convivere con la malattia, curandola. In questo modo riusciranno ad affrontare la psoriasi superando il senso di vergogna che da sempre li accompagna» conclude l’esperta.

Circa il 30% delle persone che soffrono di psoriasi viene colpita da artrite psoriasica i cui sintomi principali sono gonfiore e dolore articolare a mani, piedi, ginocchia e caviglie. Anche per loro il periodo estivo può essere vissuto con serenità grazie all’alleviamento dei sintomi, anche se con qualche ripercussione sull’aspetto psicologico.

«Durante l’estate la malattia trova quiete ma l’aspetto psicologico, al contrario potrebbe avere un impatto importante soprattutto nei giovani: nell’era del selfie e dell’estetismo mostrare debolezze e fragilità è un disagio e questo periodo viene vissuto con difficoltà» sottolinea Sara Severoni, vicepresidente Anmar, Associazione Nazionale Malati Reumatici.

«Possiamo ritrovare in noi stessi la forza di affrontare la malattia recuperando autostima: come l’atleta che per vincere deve allenarsi tutti i giorni, con sacrificio continuità e dedizione, anche il paziente, allenando le buone abitudini, può raggiungere una qualità di vita migliore, allenando costantemente la propria mente al superare i propri limiti dettati dalla malattia, al fianco e con il supporto del medico specialista» conclude Severoni.

«Eventuali segni visibili della malattia non devono condizionare la vita ed è possibile mettere in campo attitudini sopite e a volte a noi sconosciute» spiega Antonella Celano, Presidente Apmarr, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare.

«Occorre lavorare su se stessi e sulle capacità residue: fondamentale è la collaborazione con lo specialista, per permettere al paziente di essere parte attiva nel processo di cura e affrontare la stessa senza lasciarsi sopraffare dall’ansia e dalla paura» continua l’esperta.

«Il supporto del medico è fondamentale da subito, per ottenere una diagnosi precoce: quando la malattia non è diagnosticata e trattata precocemente, può lasciare segni visibili che a volte creano difficoltà ai pazienti che hanno bisogno anche di un sostegno psicologico» spiega Celaro.

Per superare queste difficoltà, fisiche e psicologiche, la determinazione, la costanza e la responsabilità sono fondamentali: su questa relazione e su queste analogie fa leva Passione Accesa, la campagna di sensibilizzazione sostenuta dalle associazioni di pazienti e società scientifiche di riferimento per le malattie infiammatorie croniche (Apmarr, Anmar, Apiafco, Adoi, CReI e Sifo) e che può contare sul contributo di Amgen Italia, azienda leader nelle biotecnologie farmaceutiche, impegnata da anni nella ricerca e nello sviluppo di trattamenti innovativi per queste patologie.

Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...