Sanihelp.it – I nostri ragazzi dormono male: a confermare questa percezione diffusa arriva un’indagine che vuole comprendere e analizzare gli effetti dell’utilizzo dei device sulla qualità del sonno in età preadolescenziale e adolescenziale.
Il sondaggio è stato voluto dall’associazione Riaccendi il Sorriso e i risultati sono stati presentati a DIDACTA 2024.
I ragazzi che partecipano all’indagine devono compilare un questionario -distribuito e analizzato anche grazie al supporto di VIVISOL, azienda leader nelle cure domiciliari – che approfondisce i comportamenti degli adolescenti esaminandoli secondo scale validate a livello internazionale.
«E’ molto importante cercare di quantificare l’impatto delle abitudini sulla qualità e la quantità di sonno dei ragazzi, così da cercare di cambiarle e diminuire il disagio che una cattiva igiene del sonno può avere sulla qualità di vita- ha dichiarato Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Ordinario di Neurologia alla Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Anche perché se non si interviene per tempo, i disturbi del sonno possono peggiorare in età adulta e diventare un problema di salute importante».
Dal sondaggio è emerso che 1 adolescente su 5 è insonne, fra il 7 e il 16% della popolazione, soprattutto i ragazzi e i giovani adulti, vanno a letto troppo tardi, e oltre il 50% dei ragazzi fa esperienza di momenti di sonnolenza durante il giorno.
Tutto questo ha delle ripercussioni anche sulla capacità di attenzione in classe e fuori, sull’umore e le performance sportive dei ragazzi.
L’igiene del sonno, a cui concorre un corretto uso dei device digitali, è a tutti gli effetti una abitudine salutare, così come l’attività sportiva.
«Siamo convinti che i dispositivi digitali siano una risorsa, ma solo se utilizzati nei modi e nei tempi corretti. Lo sport è un’alternativa ideale al troppo tempo trascorso davanti a tablet, smartphone o pc. Per questo la nostra associazione promuove lo sport come elemento di contrasto a fenomeni disfunzionali correlati alla dipendenza dalla tecnologia» conclude Rosaria Sommariva, presidente dell’associazione Riaccendi il Sorriso.
