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La miopia cambia volto: insorge prima e diventa più grave

Sanihelp.it – Oggi la miopia riguarda il 36% dei bambini tra 5 e 19 anni con un aumento del 50% negli ultimi 30 anni.


E non si tratta più solo di un piccolo difetto visivo, ma di una condizione patologica che inizia sempre prima, peggiora più rapidamente e mette a rischio la salute degli occhi fin dall'infanzia.

A diffondere questi dati gli specialisti riuniti durante il Congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP).

La miopia romantica  è ormai un ricordo del passato.

Un tempo associata all'immagine dello studioso assorto nei libri, oggi la miopia è una condizione patologica che può compromettere seriamente la struttura dell’occhio.

«Se un tempo l’età di insorgenza della miopia era attorno ai 12-13 anni, oggi inizia molto prima e progredisce più in fretta. L'insorgenza precoce porta a un maggiore allungamento del bulbo oculare e predispone a complicanze come il distacco di retina, la cataratta precoce e il glaucoma» spiega Paolo Nucci, Professore Ordinario di Oftalmologia presso l'Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo (SIOPS). In altre parole, l’occhio miope non è più solo un occhio che vede male da lontano ma un occhio che cambia struttura, si allunga, si assottiglia e diventa più fragile. Si parla infatti sempre più spesso di un vero e proprio fenotipo patologico, cioè un occhio che, per effetto della miopia, sviluppa alterazioni strutturali. Gli stili di vita moderni sono tra i principali alleati dell’epidemia di miopia.

La vita sempre più indoor, l’uso prolungato di tablet e smartphone e il tempo passato a leggere o studiare da vicino riducono l’esposizione alla luce naturale e aumentano il rischio.


Al contrario, il tempo trascorso all’aria aperta è un potente fattore protettivo.

«L'attività all’aperto è la migliore alleata della prevenzione: i bambini devono trascorrere più tempo lontano dagli schermi e con lo sguardo libero di spaziare» avverte Nucci.

«ll tempo all'aperto, infatti, aiuta a contrastare l'allungamento del bulbo oculare grazie anche alla stimolazione della produzione di dopamina, una sostanza che protegge l'occhio dalla miopizzazione».

«La Società Italiana di Pediatria da tempo richiama l’attenzione sui rischi legati alla sedentarietà e all’uso improprio di dispositivi digitali in età pediatrica. L’aumento della miopia si inserisce in questo scenario come ulteriore segnale di allarme: non si tratta solo di salute visiva, ma di una spia di uno stile di vita che mette a rischio lo sviluppo globale dei bambini. La prevenzione passa anche da qui: promuovere il movimento, il gioco all’aria aperta e un uso consapevole della tecnologia è oggi una priorità educativa e sanitaria», dichiara Rino Agostiniani, Presidente della Società Italiana di Pediatria.

Un'importante novità emersa negli ultimi 3 anni riguarda i cosiddetti premiopi: bambini che non sono ancora clinicamente miopi, ma presentano un’ipermetropia inferiore a quella considerata fisiologica per la loro età, e che quindi sono a rischio di sviluppare miopia.

Alcuni studi condotti in Asia rivelano una prevalenza sorprendentemente alta già in età prescolare: a Taiwan, il 52% dei bambini di 5-6 anni rientra in questa categoria; a Shanghai, il dato raggiunge il 21,9% nei bambini tra 3 e 6 anni.

Identificarli precocemente è fondamentale per attuare strategie preventive efficaci.

Oggi la ricerca mette a disposizione strumenti innovativi per rallentare la progressione della miopia.

Atropina a bassissimo dosaggio (0,01%-0,05%): una terapia farmacologica che, pur mantenendo minimi gli effetti collaterali (come la dilatazione pupillare o la difficoltà di messa a fuoco da vicino), riesce a rallentare in modo significativo l'avanzare del difetto.

Lenti a de focus: dispositivi ottici progettati per modificare il modo in cui la luce si focalizza sulla retina periferica, riducendo lo stimolo all'allungamento dell'occhio.

«Le terapie oggi disponibili funzionano in oltre 6 bambini su 10, e alcuni studi dimostrano che se combinate arrivano a una efficacia del 70% – spiega Nucci –. Sappiamo che l'atropina agisce attraverso meccanismi biochimici complessi, mentre le lenti a defocus modificano il modo in cui l'occhio riceve gli stimoli visivi. La combinazione delle due strategie sembra avere un effetto sinergico. La nuova sfida è valutarne l'efficacia anche sui premiopi, per prevenire la comparsa della miopia vera e propria. Su questo gli studi scientifici sono in corso e avremo a breve risultati più consolidati. Al momento è importante attenzionare in maniera particolare questi bambini», conclude Nucci.

Nel frattempo, ci sono alcune semplici indicazioni che le famiglie dovrebbero tener presenti:

·       Favorire l’esposizione quotidiana alla luce solare

·       Promuovere il gioco e l'attività fisica all'aperto, riducendo il tempo trascorso su device elettronici.

·       Evitare l'uso di smartphone e tablet prima dei 6 anni.

·       Effettuare visite oculistiche precoci: il primo controllo è consigliato intorno ai tre anni, e successivamente all'inizio della scuola primaria.

·       Prestare attenzione ai segnali d'allarme come avvicinarsi troppo agli schermi o ai libri, strizzare gli occhi, difficoltà a vedere da lontano.

 

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