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Tumore alla prostata, casi in crescita

Sanihelp.it – La prostata è una piccola ghiandola presente solo negli uomini e fa parte dell’apparato genitale maschile. La sua funzione è quella di produrre una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione ed è essenziale per il mantenimento della fertilità. 


Si trova al di sotto della vescica e ha le dimensioni di una noce, per lo meno in condizioni normali. Infatti, con il passare del tempo o a causa di malattie, può ingrossarsi. Nel caso del tumore, i sintomi sono praticamente gli stessi dell’iperplasia prostatica benigna, la forma più comune di ingrossamento della prostata. I disturbi si avvertono soprattutto nella minzione (urinare), con stimolo frequente, sia di giorno che di notte, sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica, a volte dolore mentre si urina e presenza di sangue nelle urine o nello sperma. Questi sintomi devono consigliare di rivolgersi al medico, ricordando però che la maggior parte delle volte si tratta di forme benigne.

In Italia sono oltre 485mila gli uomini che vivono dopo una diagnosi di tumore della prostata, numero destinato ad aumentare nei prossimi anni.
La Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha tenuto una conferenza stampa online, in cui il suo Presidente, Saverio Cinieri, spiega che «quello prostatico è divenuto in Italia il carcinoma più frequente tra i maschi, un dato comune in quasi tutti i Paesi occidentali. Vi sono poi i fattori modificabili che favoriscono l’insorgenza della malattia, soprattutto legati agli stili di vita errati. Sempre più studi scientifici, negli ultimi anni, hanno evidenziato correlazioni per esempio con il fumo di sigaretta.

Il tabagismo aumenta del 20% il rischio di tumore della prostata, così come l’obesità tende a far sviluppare neoplasie più aggressive e talvolta letali. Le sigarette e il grave eccesso di peso sono ancora molto diffusi, ma anche malattie croniche come il diabete e la sindrome metabolica giocano un ruolo. Al contrario, un’attività fisica regolare ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione di malattia, oltre che la mortalità. Bisogna perciò puntare sulla prevenzione primaria per ridurre l’impatto di un tumore molto diffuso e per il quale però non esistono programmi di screening».
Altre forme di prevenzione consistono nel tener presenti fattori come la famigliarità, l’età (la comparsa della malattia aumenta con l’età), l’alimentazione ricca di grassi di origine animale a scapito di frutta e verdura.

Tra gli esami da farsi per identificare un eventuale tumore è importante il test del PSA (Antigene Prostatico Specifico, dall’inglese Prostatic Specific Antigen), proteina secreta dalla prostata, i cui valori aumentati suggeriscono di eseguire degli accertamenti più approfonditi per capire se si tratta di un cancro, di un’iperplasia prostatica benigna o di un’infezione.

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