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Neoplasie rare: tumore agli occhi

Sanihelp.it – Il tumore dell’occhio riguarda l’organo che ci permette di vedere, la cui struttura comprende il globo oculare, una specie di sfera contenente un materiale gelatinoso detto umor vitreo. Il globo è rivestito dalla sclera, che ricopre la parte esterna dell’occhio ed è in contatto con la cornea, la membrana trasparente che permette il passaggio e la focalizzazione della luce; la membrana intermedia si chiama uvea ed è composta da iride, coroide e corpo ciliare; la membrana interna è la retina, formata da cellule nervose sensibili alla luce, in grado di trasmettere l’informazione al cervello attraverso il nervo ottico. L’orbita è rappresentata dai tessuti, come i muscoli e i nervi che circondano il globo oculare, mentre sono annessi le strutture come le palpebre o le ghiandole lacrimali.


Esistono diversi tipi di tumore che possono colpire l’occhio: intraoculare, se origina nel globo oculare; orbitale, se origina nell’orbita; annessiale o degli annessi, se origina negli annessi oculari. Queste neoplasie possono essere primarie, se originano direttamente dalle cellule dell’occhio, o secondarie, che sono metastasi di altre forme tumorali. I tumori all’occhio possono essere benigni o maligniI sintomi più comuni includono visione offuscata, macchie scure, lampi di luce e perdita parziale o totale della vista. La diagnosi precoce è cruciale, e in caso di sintomi sospetti è fondamentale rivolgersi a uno specialista per un esame oculistico. Tra i tumori intraoculari primari nell’adulto, il più comune è il melanoma, un tumore maligno che colpisce l’uvea, la membrana che produce melanina. È più comune negli adulti e il rischio aumenta con l’età e l’esposizione ai raggi UV. Nei bambini il tumore più frequente è il retinoblastoma, spesso di origine ereditaria che ha origine nelle cellule della retina, mentre un tumore molto raro è il medulloepitelioma. Ci sono inoltre il linfoma, che origina dalle cellule immunitarie dell’occhio, i tumori congiuntivali, che si sviluppano sulla superficie dell’occhio e l’emangioma della coroide, una forma benigna che colpisce i vasi sanguigni della coroide. I melanomi uveali sono stati trattati per molto tempo con la rimozione chirurgica radicale del bulbo oculare (enucleazione) e un impianto di una protesi che permetta di ottenere un buon effetto estetico, pratica che oggi è riservata ai casi più gravi. La brachiterapia è invece una forma di radioterapia, che consiste nel posizionare sulla superficie dell’occhio, in corrispondenza del tumore, una placca di metallo, contenente iodio o rutenio radioattivo, e di lasciarla in sede per il tempo necessario affinché tutto il volume del tumore venga irradiato. La chemioterapia non è efficace per curare il melanoma intraoculare, ma viene invece utilizzata da sola o in combinazione con radioterapia per curare il linfoma intraoculare.

Oggi, però, se indicata per il paziente, trova impiego la protonterapia, che consiste nell’applicazione di piccolissimi bottoncini metallici che delimitano l’area del tumore che verrà poi irradiata con estrema precisione.

La prevenzione implica la protezione dai raggi UV con occhiali da sole, sebbene il legame diretto tra queste forme tumorali e i raggi UV non sia accertato.  

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