Sanihelp.it – L’intestino viene definito secondo cervello e non a caso. Grazie agli studi più recenti, infatti, sappiamo oggi che il nostro apparato digerente è dotato di un sistema nervoso proprio, quello enterico. Nell’intestino, infatti, si trova una complessa rete nervosa composta da oltre 100milioni di neuroni, che gestiscono le attività intestinali e che si collegano al cervello.
Il primo a parlare dell’esistenza di un cervello nella pancia (che si trova nella parete dell’intestino ed è costituito da 2 plessi di tessuto nervoso) è stato il neurobiologo Michael D.Gershon nel 1998. Intestino e cervello, dunque, sono collegati tra loro attraverso dei fasci nervosi che trasferiscono le informazioni in entrambe le direzioni grazie a canali di comunicazione che utilizzano il flusso sanguigno.
Basti pensare all’effetto dello stress e delle emozioni negative sulla salute dell’intestino. Il cervello centrale può interferire con i ritmi dell’apparato digerente e alterare la produzione di enzimi, acidi, ormoni o disturbare la peristalsi e la digestione, solo per citare qualche esempio. Ma è vero anche il contrario… i disordini intestinali possono influenzare negativamente il cervello.
Del resto quasi il 95% della serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore, viene prodotto dalle cellule dell’intestino. E sempre qui si trova l’80% delle cellule immunitarie dell’organismo. Dunque la scienza non ha fatto altro che confermare qualcosa che la cultura popolare di varie tradizioni conosceva già: il forte legame tra cervello e intestino.