Sanihelp.it – Tra i settori più dinamici nella ricerca di lavoro, l’ambito Internet, programmi e servizi informatici (23,4% delle offerte), seguito da telecomunicazioni (17,9%), vendite all’ingrosso, commercio e GDO (11,9%).
Non sono però solo le conoscenze specifiche di settore a pesare sulla scelta di un candidato. Sempre più spesso le aziende hanno bisogno di dipendenti che posseggano soft skill, competenze di carattere relazionale, comunicativo e organizzativo, indipendenti dalla mansione o dal profilo professionale.
Dall’indagine Unioncamere Excelsior emerge come, nel 2015, per i diversi settori produttivi, sia fondamentale per il candidato possedere competenze trasversali: capacità di lavorare in gruppo, flessibilità e adattamento, capacità di lavorare in autonomia, capacità di risolvere problemi e capacità comunicative.
Alcuni, in questo senso, sono più avvantaggiati, sostiene Alessandro Rocco, co-fondatore di W la dislessia. Parliamo dei dislessici, ovvero di coloro i quali presentano un funzionamento neurologico differente che incide sulla decodifica del linguaggio scritto, la capacità di lettura e la capacità di calcolo. In Italia, secondo le ultime stime, si tratta del 2,5% della popolazione.
«In Italia solo il 16% delle persone con disabilità in una fascia compresa tra i 15 e i 74 anni è lavoratore attivo – prosegue Rocco, che aggiunge – Le aziende stanno però attuando un cambio di rotta: i dislessici imparano a eccellere grazie al pensiero cosiddetto laterale e alla capacità di cogliere il quadro generale e le possibili soluzioni alternative a un problema. Per questo spesso hanno idee molto più originali. Molti si sentono anche più motivati a causa dell’esclusione sociale di cui spesso, specialmente a scuola, hanno sofferto».
Un recente studio inglese ha rivelato che i milionari hanno molte più probabilità di rientrare di questa condizione rispetto al resto della popolazione: circa il 40% dei 300 imprenditori di successo analizzati (fra cui anche Richard Branson, fondatore di Virgin) presentava questa condizione, un numero 4 volte superiore al tasso presente nella popolazione generale.
Rocco stila anche una classifica delle 5 professioni in cui un ragazzo dislessico può riuscire meglio per le proprie inclinazioni, fra cui spiccano creatività, empatia, visione strategica e flessibilità: disegnatore, progettista meccanico e automation engineer (si occupa di modellazione, simulazione e controllo di sistemi, per esempio alla robotica), direttore delle risorse umane (capacità di leadership, doti comunicative e relazionali, visione strategica), digital media manager (comunica, coinvolge, cura le community online, i forum, i siti web e i blog), marketing manager (si occupa di studio del mercato e strategie di promozione e vendita, mantiene l’azienda competitiva e al centro dell’attenzione), manager del territorio (è capace di rilevare e gestire le qualità ambientali e culturali del luogo, con strategie di sviluppo a basso impatto di consumo delle risorse, ma ad alto contenuto ambientale e imprenditoriale).